Categorie
Uncategorized

NON SONO RESPONSABILE DEL SANGUE DI LEI!

Silvestro Montanaro, fotogramma dal programma “Il mondo è corrotto” (2002)

Publicato su https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/non-sono-responsabile-del-sangue-di-lei/

A un anno dalla scomparsa di Silvestro Montanaro è importante poter raccogliere il suo appassionato grido di denuncia

SABATO 10 LUGLIO 2021[AM1] 

Quel giorno una folla inferocita stava per produrre un linciaggio, una esecuzione dovuta e voluta.

Una barbarie? Uno scempio? Un’ingiustizia?

No. Per chi conosce la storia delle Religioni e mastica qualcosa a riguardo di codici di comportamento e normative religiose, certi errori (o “peccati” che si voglia) vanno lavati nel sangue.

Nulla di strano. Nulla di incivile. Nulla di ingiusto. Tutt’altro. Solo regole condivise, riconosciute e trasmesse nel nome di una tradizione e dell’identità di un popolo.

Chi si riconosce in una storia (“sacra”), chi si sente parte di una nazione, chi partecipa di una elezione, è chiamato a difendere e garantire tutto questo. Al prezzo della vita.

Entriamo nel racconto descritto nel libro biblico di Daniele, capitolo 13.

Mentre la folla, eccitata negli animi e ardente di zelo per la difesa della Legge stava trascinando la donna peccatrice (chissà perché, nella statistica, il sesso femminile è indicato come più spesso ritenuto fonte delle colpe e dei disastri che produce il genere umano…) verso il suo dovuto destino, ecco provenire dal fondo della scena il grido deciso e fermo di un giovane: «Io sono innocente del sangue di lei!».

Quel giovane fu l’occasione di salvezza per quella donna.

Il suo grido pare in contrapposizione con la parola di un altro personaggio della Bibbia, Caino, che invece si ritiene estraneo al sangue del fratello che dalla terra gridava verso Dio (cfr. Gen 4,10).

I due personaggi ci chiamano a riflettere su due atteggiamenti, quali che ne siano i protagonisti.

L’episodio del dialogo con Caino è paradigmatico non solo e non tanto per una sua colpa diretta, ma soprattutto per quelle parole che sono, da sole, tra le più diffuse nella storia dell’umanità.

«Sono forse il custode di mio fratello?» (cfr. Gen 4,9) ci riporta dunque non tanto al tentativo maldestro del protagonista del nascondere e negare il suo delitto, secondo la lettura dell’episodio biblico; quanto alle parole di tutti coloro che, in ogni dove ed in ogni tempo, si sono lavati le mani davanti ai problemi dell’altro, davanti alle questioni sociali, davanti alle tragedie dell’umanità provocate dalle ingiustizie locali o planetarie.

Se vogliamo raccogliere una frase spesso usata dal vescovo di Roma, possiamo parlare di globalizzazione dell’indifferenza[1].

L’altra frase, pronunciata da Daniele, è scelta qui come titolo a questa riflessione: «Io sono innocente del sangue di lei!».

Nel primo atteggiamento ritroviamo l’indifferenza, il peccato di omissione, il passare oltre voltandosi dall’altra parte (cfr. Lc 10, 31-32).

Il secondo atteggiamento è quello di chi si interessa, di chi si dà cura, di chi vive l’I care della pedagogia di Barbiana[2], è foriero di percorsi di promozione umana, di coscienza civile, di capacità alte e nobili che hanno portato nella storia personaggi-simbolo ed eroi senza nome a rischiare anche la vita per servire le cause della giustizia e della verità. 

I nomi sono tanti.

Oggi vorrei ricordare il grande giornalista d’inchiesta Silvestro Montanaro[3], ad un anno dalla sua scomparsa.

Il lavoro di una vita va assolutamente valorizzato, proposto e diffuso, perché le sue ripetute denunce, sempre attuali a tanti anni di distanza, possano trovare ascolto e risposta presso un pubblico sempre più vasto e attento.

«Io sono innocente del sangue di lei!».

Quali sono gli elementi necessari perché un tale grido possa trovare risposta?

È necessario il lume del discernimento, il coraggio della profezia, il riconoscimento dell’autorevolezza, l’impegno fattivo ad affrontare e risolvere le questioni.

Il testo biblico mette in scena la preghiera di Susanna che, ingiustamente condannata, eleva la sua invocazione al Cielo per ottenere aiuto.

L’intervento di Daniele è dunque presentato come la conseguente risposta a questo appello accorato.

Quale che sia l’interpretazione degli avvenimenti, che ci sia un intervento divino, un Fato, una Provvidenza, quali che siano le sliding doors che danno accesso a molteplici scenari ed altrettanto probabili o improbabili epiloghi, la variante è sempre la stessa: anche Dio, per arrivare ai suoi intenti, ha necessità di servirsi dell’intervento degli uomini.

Le nostre azioni faranno dunque di noi degli attori della Provvidenza, dei consapevoli o inconsapevoli collaboratori di trame altre da noi, degli angeli salvatori, dei persecutori indomiti o dei codardi indifferenti che determineranno il bene o il male del nostro prossimo.

Il primo elemento necessario per la denuncia di ogni male è dunque quello di un corretto discernimento e di un onesto riconoscimento dei limiti che ogni sistema umano di convivenza comporta.

Nell’episodio narrato le Leggi da rispettare corrono il rischio di essere strumento di ingiustizia nonostante tutto, perché erroneamente applicate.

In un’epoca di fake news ed hate speech chi comanda e dirige l’opinione delle masse è in grado di narrare quel che vuole, come la propaganda di ogni regime pretende. Oggi alle grandi conquiste civili che sono state acquisite negli ultimi due secoli si affiancano in maniera drammatica le sistematiche violazioni dei diritti umani universali che propongono scenari di non ritorno per la stessa sopravvivenza del genere umano sulla Terra[4].

È fondamentale, dunque, operare una lettura degli avvenimenti e delle situazioni che non sia di parte e che sia veritiera e illuminante.

In questo senso, dunque, Daniele è guidato dal santo spirito; come lui, il lume della ragione, della coscienza, dell’onestà intellettuale e dello spessore morale che permette di pesare e distinguere situazioni di bene da situazioni di male accomuna personalità diverse riunite dallo stesso corretto discernimento.

Il secondo elemento necessario: il coraggio della profezia[5].

Quanto più il protagonista è illuminato, è ispirato, è guidato, tanto più egli è trascinato ad andare controcorrente, assumendo dunque il compito ed il rischio di qualsiasi azione profetica.

Il dramma dei vati e dei profeti si consuma a volte in una situazione che li porta non solo ad essere perseguitati e contrastati, ma soprattutto ad essere non ascoltati e non riconosciuti.

Ecco perché il terzo elemento presentato nel racconto è il primo veramente necessario.

La voce degli autentici profeti è rara quanto preziosa; ma solo la disponibilità ad ascoltarla può rivelarsi davvero determinante.

Nell’episodio la differenza la fa proprio la folla, nel riconoscere nel giovane Daniele “lo spirito dell’anzianità”.

Daniele parla con voce profetica e in maniera decisa e tagliente.

Dietro le sue parole e il suo intervento viene riconosciuta una “autorevolezza” che non ha bisogno per imporsi di una certificazione di autorità,

Daniele non potrebbe vantare un’autorità per parlare.

Ma l’autorità gli viene riconosciuta dalla forza della sua testimonianza.

Questo quadro propone due riflessioni.

Primo: la “crisi di autorità” che investe qualsiasi realtà, da quelle istituzionali a quelle naturalmente deputate all’educazione e alla formazione delle coscienze (lo Stato, le Istituzioni, Le Chiese, le Religioni, la famiglia, la Scuola…) è, a ben vendere, prima di tutto e innanzitutto una “crisi di autorevolezza”.

Ogni volta che un’agenzia educativa, una realtà istituzionale, una comunità “educante” si richiama alla sua “autorità”, piuttosto che porsi e proporsi in maniera franca e genuina, corre il rischio di fallire la sua mission.

I giovani e i destinatari in genere di qualsiasi proposta aderiscono lì dove ne riconoscono un’autorevolezza che non è legata ad una autorità ma ad una testimonianza vissuta.

Seconda implicazione: se l’autorità, quando manca di autorevolezza, potrebbe essere controproducente quando viene imposta per proporre una linea che non corrisponda ad una coerente testimonianza è al tempo stesso assolutamente vero il quadro opposto.

Qui però c’è bisogno di un’educazione profonda, di una disponibilità all’ascolto, di una perspicacia nel leggere i segni che vengono posti e della capacità di “dare voce” a chiunque dimostri di avere ragioni da vendere e strumenti per interpretare le situazioni e proporre delle strade da percorrere.

Anche un giovane può essere guidato dallo “spirito dell’anzianità”.

Anche un illetterato potrebbe dimostrare una sapienza maggiore di chi ha un titolo di laurea.

Anche un “diverso” potrebbe indicare la strada a chiunque abbia timore a rinunciare al “pensiero dominante”.

Quarto elemento è poi, quello delle decisioni concrete.

Chi riconosce la bontà e la verità di chi illumina le situazioni di una luce nuova e decisiva, è chiamato ad una scelta di campo.

Citando l’opera e la persona del caro Silvestro Montanaro, auspichiamo che le sue denunce siano sempre più riconosciute ed accolte da tutti coloro che possono e devono sentirsi chiamati a rispondere con la stessa passione per un mondo sempre più vicino agli obiettivi che oggi si è data l’ONU con la sua Agenda 2030[6].


[1] https://www.agensir.it/chiesa/2015/12/15/papa-francesco-no-alla-globalizzazione-dellindifferenza/

[2] https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/da-barbiana-al-mondo-intero/

[3] https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/leredita-di-silvestro-montanaro/

[4] L’impronta mal distribuita (cnms.it)

[5] http://www.quindici-molfetta.it/a-bari-presentazione-del-volume-cercasi-profeti-di-r-d-ambrosio-_19288.aspx

[6] https://unric.org/it/agenda-2030/


 [AM1]

Categorie
Costruttori di ponti Giustizia e solidarietà Uncategorized

DA BARBIANA AL MONDO INTERO

La cascina del Centro Nuovo Modello di Sviluppo a Vecchiano (PI)

Pubblicato su https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/da-barbiana-al-mondo-intero/

L’esperienza di Francesco Gesualdi e del Centro Nuovo Modello di Sviluppo. Analisi documentate e proposte concrete per un mondo che risponda anche all’appello della LAUDATO SI’

di Alessandro Manfridi

Una lezione con le classi prime sul modello educativo di don Milani per me è d’obbligo all’inizio del percorso scolastico con gli studenti.

Mi basta scrivere alla lavagna: “LA SCUOLA SARÀ SEMPRE MEGLIO DELLA MERDA!” e poi chiedere ai ragazzi se questa frase secondo la loro opinione é stata detta da un professore o da uno studente.

L’attenzione è garantita.

Poi inizio a raccontare loro la storia che ha portato don Lorenzo Milani a fondare la sua “Scuola di Barbiana”.

E racconto le motivazioni che hanno condotto i suoi ragazzi a scrivere il testo de la “Lettera ad una professoressa”, divenuto uno dei manifesti del Movimento del ’68.

La frase, come sappiamo, l’ha proposta uno degli studenti della “Scuola di Barbiana” che, se non avesse avuto la possibilità di vivere quelle dieci ore immerso con i compagni nello studio, nella ricerca, nella fatica, nel confronto, avrebbe dovuto impiegarle a spalare letame nelle stalle insieme con suo padre.

Se in Italia il diritto all’istruzione, attraverso il ciclo della scuola dell’obbligo scolastico, è garantito a livello istituzionale, ciò non è ugualmente previsto ne garantito ai ragazzi di ogni età in tanti altri Paesi; ciò per svariati motivi: povertà, lavoro minorile, mancanza delle scuole o distanza dei plessi più vicini ad ore di cammino, guerre civili, bambini-soldato.

La cosa che mi ha sempre colpito, nella essenziale produzione bibliografica di don Milani, è l’uso delle statistiche illustrate da tabelle e grafici.

Esperienze pastorali[1] e Lettera ad una professoressa[2] le adoperano in maniera corrente, illustrando e avvalorando in maniera decisa le questioni esposte e dando peso alle proposte portate.

Leggere Lettera ad un consumatore del Nord[3]è stato per me un piacevole riabbeverarsi al messaggio educativo della Scuola di Barbiana; trasmesso, come patrimonio, non solo alla scuola italiana (ricordiamo che nel nostro paese sono innumerevoli le scuole statali intitolate al prete fiorentino) ma ben oltre i nostri confini[4].  Anche Papa Francesco ne ha riconosciuto il valore e ha voluto recarsi a visitare questo luogo e la tomba del priore[5].

Il testo della Lettera ad un consumatore del Nord , editato trent’anni fa (1990), riprende esattamente lo stile e le provocazioni della Lettera ad una professoressa, con mirato uso di dati, grafici e tabelle.

Uno sguardo all’indice.

Presentazioni di Alexander Langer e Alex Zanotelli. Titoli capitoli: il tuo consumo, la nostra emarginazione; il tuo consumo, il nostro deficit alimentare; il tuo consumo, il nostro ambiente; il tuo consumo, il nostro sfruttamento; il tuo consumo, il loro guadagno; dal consumo alla solidarietà.

Il filo rosso che lega il Centro Nuovo Modello di sviluppo di Vecchiano (PI)[6] alla scuola di Barbiana è  Francesco Gesualdi, fratello di Michele, lo scomparso presidente della Provincia di Firenze[7]; i due fratelli hanno avuto il privilegio di vivere accanto a don Milani, accolti nella canonica della parrocchia e protagonisti della scuola parrocchiale.

Notevole la trasposizione filmica interpretata da Sergio Castellitto[8].

Francesco, chiamato “Francuccio” da don Milani, parte presto oltre confine per iniziare una esperienza come lavoratore che lo plasmerà sotto gli insegnamenti e la passione del priore di Barbiana.

Da oltre trent’anni le proposte del Centro Nuovo Modello di Sviluppo hanno offerto non solo una serie di pubblicazioni[9] concepite per la didattica scolastica e la divulgazione ma anche una serie di studi, di dossier[10] e soprattutto di campagne[11] operative per promuovere la conoscenza e la pratica di vari strumenti, nell’ottica, appunto, di un nuovo modello di sviluppo.

Nel testo L’altra via da scaricare in PDF[12], la domanda introduce alle possibili risposte:

Cambio di strategie, cambio culturale, cambio organizzativo, trasformazioni possibili solo se ricominciamo da capo, se ripartiamo da alcune domande di fondo: per chi e per che cosa deve essere organizzata l’economia? per i mercanti o per la gente? per l’avere o per l’essere? per il privilegio di pochi o i diritti per tutti? nel rispetto del pianeta o in un’ottica di saccheggio? Se la risposta è che l’economia deve essere organizzata per la gente, allora dobbiamo ripensare l’assetto economico a partire dai bisogni.

Guida al consumo critico[13] è il testo maggiormente promosso del Centro, ed è una delle sue proposte-chiave. Varie campagne sono state lucidamente proposte dal Centro in questi anni, alcune concluse con successo, altre ancora in corso.

Insieme con Alex Zanotelli, Francuccio Gesualdi è fondatore della Rete di Lilliput[14].

I contenuti ai quali Gesualdi e il Centro si sono dedicati da oltre trent’anni, sono gli stessi che vengono  richiamati dalla Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’[15] su un’ecologia integrale e nuovi percorsi di giustizia.

Quando io penso agli strumenti che abbiamo li divido in due: azioni di resistenza, sono tutte quelle che puntano a creare un danno al sistema e togliergli il consenso, sapendo che il sistema si regge sul consenso. L’altro tipo di azioni sono quelle che io chiamo di desistenza, vale a dire che ci sono momenti in cui ci rendiamo conto che diamo un servizio molto più grande se abbiamo la capacità di scendere dal treno e cominciare a mettere in pratica ora e subito delle iniziative che vanno in una direzione contraria rispetto a quelle dominanti. Fra le azioni di resistenza abbiamo la possibilità di poterle dividere in quelle di carattere personale e in quelle di carattere collettivo. Fra le personali la prima è il cosiddetto consumo critico. Noi abbiamo capito che il consumo vissuto in maniera acritica diventa uno strumento di sostegno alle imprese, comprese quelle che si comportano malissimo, ma che se abbiamo la capacità di utilizzare il consumo in maniera critica riusciamo a orientare il comportamento delle imprese, perché lanciamo di continuo il messaggio delle azioni che approviamo e quelle che condanniamo. Ricordatevi che le imprese sono sensibilissime a questo tipo di messaggi che arrivano dai consumatori e loro sanno molto bene che la loro sopravvivenza dipende dalle scelte che fanno i consumatori. Ogni volta che entriamo in un supermercato diciamoci che siamo persone molto potenti, noi abbiamo la possibilità di mettere in ginocchio anche le multinazionali più potenti. Però bisogna crederci e dopo averci creduto bisogna fare i passi necessari. Dal punto di vista collettivo le azioni che abbiamo a disposizione sono molto più vaste e vanno dal boicottaggio alle manifestazioni. Poi abbiamo le scelte di desistenza, vale a dire tentare di attuare delle scelte che sono ispirate a principi diversi e ancora una volta possiamo dividerle in azioni personali e collettive. Fra le azioni personali c’è un nuovo stile di vita che si concretizza anche con la finanza etica con la Banca Etica costituita di recente e l’esperienza delle reti di economia locale[16].

Ricordando la sua relazione al “Giubileo degli oppressi”[17], dobbiamo convenire che un mondo più giusto e un futuro possibile passano solo attraverso l’impegno preciso di ciascuno di noi.

 Non dobbiamo attendere l’overshoot day[18] per svegliarci.


[1] https://www.lef.firenze.it/it/libro/esperienze-pastorali

[2] https://www.lef.firenze.it/it/libro/lettera-a-una-professoressa

[3] Lettera ad un consumatore del Nord (cnms.it)

[4] https://www.avvenire.it/europa/pagine/von-der-leyen-ue-discorso-sullo-stato-dell-unione

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/i-care-faro-per-tutti-una-scelta-da-onorare
[5] Discorso di Papa Francesco a Barbiana – Pellegrinaggio sulla tomba di don Lorenzo Milani

[6] http://www.cnms.it/chi-siamo

[7] https://www.avvenire.it/attualita/pagine/morto-michele-gesualdi

[8] https://www.comingsoon.it/film/don-milani-il-priore-di-barbiana/43125/scheda/

[9] http://www.cnms.it/pubblicazioni-menu

[10] http://www.cnms.it/i-nostri-dossier

[11] Le Campagne per cambiare (cnms.it)

[12] http://www.cnms.it/images/documenti/altravia_0.pdf

[13] Guida al consumo critico – nuova edizione (cnms.it)

[14] Dalla Parte Sbagliata del Mondo – Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante (cnms.it)

[15] http://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html

[16] http://www.giovaniemissione.it/mondo/gesualdi.htm

[17] https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/giubileo-degli-oppressi-unesperienza-da-attuare/

[18] L’impronta mal distribuita

Categorie
Uncategorized

GIUBILEO DEGLI OPPRESSI. UN’ESPERIENZA DA ATTUARE

Padre Alex Zanotelli e Beppe Grillo, Protagonisti di un duetto che fa riflettere
ALEX E BEPPE GRILLO – Giovani e Missione

A quattro anni dal Giubileo del 2025 facciamo tesoro di un’esperienza preziosa che ci pone una serie di domande

Alessandro Manfridi

Pubblicato in https://www.vinonuovo.it/comunita/esperienze-di-chiesa/giubileo-degli-oppressi-unesperienza-da-attuare/

Cosa ci fa Alex Zanotelli nella centrale Villa Comunale, i giardini di piazza Garibaldi nella cittadina barese di Molfetta una tiepida serata di settembre del 2000?

È presto detto. Sta portando avanti un’iniziativa denominata “Carovana della Pace” per le piazze d’Italia che terminerà nel convegno intitolato “Giubileo degli oppressi” e organizzato dalla Provincia italiana dei Padri Comboniani.

A Molfetta la tappa è significativa e fortemente voluta proprio in memoria di don Tonino Bello, il vescovo della diocesi che qui ha la sua sede, scomparso il 20.04.1993, che è stato presidente nazionale di Pax Christi e grande profeta della Pace.

Ma il convegno diventa una occasione preziosa per “guardare il mondo” da un’altra prospettiva.

Il “Grande Giubileo” del 2000[1], quello che sanciva il passaggio simbolico dal secondo al terzo millennio dell’”Era cristiana”, fu preparato da tre anni di riflessione su base trinitaria[2] e venne organizzato in vari “giubilei settoriali”.

Tra le esperienze più forti e di più grande impatto mediatico ed emotivo il programma della settimana del Giubileo dei Giovani che culmino con la veglia e la messa a Tor Vergata, un incontro memorabile con due milioni di giovani e Giovanni Paolo II (io c’ero… fu un esperienza davvero entusiasmante… anche se potrei raccontarne riflessioni di criticità che ne son venute)…

Da questi riflettori puntati per tutto il 2000 sulla Città Eterna, ecco arrivare la proposta “alternativa”, eppure non meno affascinante: un “Giubileo” visto dalla parte degli oppressi, degli sconfitti della storia, di coloro che non hanno diritto di cittadinanza.

È pur vero che la istituzione dei Giubilei, di fondazione biblica nella legislazione levitica, è in buona parte pensata per dare sollievo, partendo da una motivazione religiosa, a tutta una serie di categorie sociali, a partire dagli schiavi che riacquistavano la libertà.

Dunque non una Chiesa dei palazzi, del potere, degli apparati (non che la Chiesa sia solo questo: nello stesso Giubileo del 2000 due delle pagine più significative sono state quella della Purificazione della Memoria con la richiesta pubblica di perdono per gli errori e i mali compiuti dalla Chiesa nella sua storia[3] e quella della Memoria dei Martiri[4], oltre a tante altre pagine significative quell’anno) ma una Chiesa che, per riprendere una espressione di don tonino Bello “deve mettersi a guardare con l’occhio del povero”.

Il convegno si è svolto nel Palazzo dello Sport in Piazzale Atleti Azzurri d’Italia 1 a Verona dalla mattina del 9 a quella del 10 settembre 2000. Preparato dalla Carovana che, dal 2 all’8 settembre, ha toccato le piazze di sette città italiane: Molfetta, Napoli, Pesaro, Bologna, Milano, Brescia, Padova.

“Settembre d’utopia a Verona. UN MILLENNIO SENZA ESCLUSI! NON SOLO UTOPIA! IL GIUBILEO DEGLI OPPRESSI”: così si propone il manifesto dell’evento.

I temi toccati riguardano i quattro grandi temi portanti del Giubileo (biblico): liberazione degli schiavi, restituzione delle terre, condono del debito e distribuzione delle ricchezze.

Relatori della prima giornata Dom Tomàs Balduino (Presidente della Commissione Pastorale per la Terra del Brasile) e Aminata Traorè (ex ministro della cultura e del Turismo del Mali) che con padre Alex Zanotelli hanno animato le serate della Carovana.

Poi Susan George, Francuccio Gesualdi, Scholastica Kimanga, don Luigi Ciotti, Giancarlo Caselli.

Chiude il Convegno la mattinata del giorno 10 il duetto simpatico ma spunto di molteplici riflessioni tra Alex Zanotelli e il comico genovese Beppe Grillo (non ancora fondatore dei futuri 5 stelle); al termine, le conclusioni dettate dal padre comboniano e la messa presieduta dal vescovo Dom Balduino ed animate da varie comunità etniche africane e sudamericane in presenti sul suolo italiano.

Qualche spigolatura tra gli interventi.

Dom Tomàs Balduino racconta il dramma dei “senza terra”, i campesinos contadini brasiliani che avrebbero diritto a queste terre ma il governo non sbocca la riforma agraria, favorendo i latifondisti; l’imposizione poi delle colture di alcuni prodotti pe le multinazionali alimentari, gli OGM, lo sfruttamento intensivo e distruttivo delle colture, lo strapotere del neocolonialismo, delle multinazionali, del FMI[5].

Susan George (Presidente Observatoire de la mondalisation). Il debito estero non è un problema finanziario, perché la sua cancellazione sarebbe appena percepita dal sistema finanziario, è un problema politico. È l’arma nelle mani dei paesi del Nord per tenere in schiavitù ancora oggi quelli del Sud. E funziona molto meglio del colonialismo! Le crisi finanziarie sono risultate distruttive perché i tassi di aggiustamento imposti dal FMI hanno spinto sotto la soglia della povertà intere fasce di popolazione degli Stati interessati. In Russia con il Comunismo (senza voler fare apprezzamenti ideologici) viveva secondo le statistiche sotto la fascia della povertà il 5% della popolazione. Oggi il 50%. Prima di tutto c’è un’utopia negativa spinta dalle grandi imprese multinazionali industriali e finanziarie è la libertà assoluta dell’investimento, poi c’è la libertà assoluta di flussi di capitale e la libertà assolta di tutti beni e servizi compresi gli organi viventi. L’obiettivo è di mettere tutte le attività umane nel mercato e di farne oggetti di commercio, compresa la salute, l’educazione, l’ambiente, la cultura, etc. Susan George propone delle misure per affrontare queste problematiche al termine del suo intervento[6].

Scolasticha Kimanga racconta il suo lavoro nel movimento dei senza terra in Kenya e a Nairobi. Il colonialismo britannico e l’eredità che ha lasciato è stata distruttiva[7].

Francuccio Gesualdi propone una serie di azioni possibili, percorribili e necessarie per poter dare una risposta al sistema perverso provocato dalla globalizzazione, che promuove solo chi ha le risorse per vivere nel mercato come un consumatore e condanna alla morte tutti gli altri. Consumo critico, boicottaggio, manifestazioni, finanza etica, reti di economia locale[8].

Don luigi Ciotti: moratoria per la pena di morte, senza fissa dimora, indifferenze, percorsi alternativi alle pene carcerarie, osservatorio delle droghe, morti per mafia, debito estero[9].

Giancarlo Caselli: immigrazione, centri di accoglienza, problemi delle carceri[10].

Il duetto tra Beppe Grillo e Zanotelli è davvero da ascoltare[11].

Infine le conclusioni di Alex Zanotelli[12] e l’impegno finale[13].

A oltre vent’anni da questo convegno i “poveri” e con loro la nostra “casa comune” chiedono ancora che ci si impegni per realizzare questi appelli.


[1] http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_letters/2001/documents/hf_jp-ii_apl_20010106_novo-millennio-ineunte.html

[2] http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_letters/1994/documents/hf_jp-ii_apl_19941110_tertio-millennio-adveniente.html

[3] https://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_con_cfaith_doc_20000307_memory-reconc-itc_it.html

[4] http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2000/documents/hf_jp-ii_hom_20000507_test-fede.html

[5] dom Tomàs Balduino al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[6] Susan George al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[7] Scolasticha Kimanga al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[8] Francesco Gesualdi al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[9] don Luigi Ciotti al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[10] Giancarlo Caselli al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[11] ALEX E BEPPE GRILLO – Giovani e Missione

[12] p. Alex Zanotelli al Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

[13] documento finale Giubileo degli Oppressi 2000 (giovaniemissione.it)

Categorie
Uncategorized

UNA SCELTA RESPONSABILE

Pubblicato in https://www.vinonuovo.it/comunita/bibbia-e-liturgia/una-scelta-responsabile/

Nelle scorse settimane i media hanno imperversato nel presentare, a partire da Rai Uno, la scelta di un parroco umbro, Riccardo Ceccobelli, che ha comunicato pubblicamente di aver deciso di lasciare il ministero perché innamorato di una donna.

Ceccobelli non è né il primo né sarà l’ultimo ad arrivare a questa scelta, anche se normalmente questo avviene nella discrezione e nel silenzio, piuttosto che sotto i riflettori.

I gestori della comunicazione sanno che questo è un tema che fa audience e la martellante ripresa della notizia durata per oltre una settimana dimostra che su vicende come questa il dibattito è sempre vivo; tuttavia sarebbe utile uscire dall’alternativa delle posizioni di chi si schiera a favore o contro la scelta del celibato.

Come sappiamo Papa Francesco si è espresso in maniera esplicita a favore del mantenimento dell’attuale prassi.

Dunque, prima di fare indagini sulle opinioni, riferiamoci a ciò che ritiene la normativa giuridica.

È vero che i candidati a ricevere il sacramento dell’Ordine sono chiamati ad accogliere e ad accettare, all’interno della Chiesa Cattolica di Rito Romano, la promessa di celibato, prima della ordinazione diaconale.

È vero che, come alcuni sottolineano, la loro scelta è assunta in maniera libera e non certo coercitiva, se non altro perché si sono preparati a questo passo attraverso sei anni di percorso vissuti in un Seminario Teologico.

Queste promesse vengono in maniera solenne rinnovate ogni anno da tutti i sacerdoti incardinati in una diocesi, durante la Messa Crismale presieduta dal Vescovo, secondo l’uso più diffuso, la mattina del Giovedì Santo.

Bisogna evidenziare che è improprio porre un paragone tra le promesse pronunciate dai candidati prima di ricevere il sacramento dell’Ordine e quelle pronunciate dai fidanzati che si uniscono nel sacramento del Matrimonio.

Secondo la teologia cattolica i tre sacramenti che imprimono il cosiddetto “carattere” e non possono dunque mai essere reiterati, sono i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell’Ordine.

Nella celebrazione dei due sacramenti dell’iniziazione come in quello dell’Ordine, l’uso dell’olio del crisma, “significa” la speciale unzione dello Spirito Santo, che “segna”, “sigilla”, “prende dimora” in colui/colei che lo riceve.

Particolare poi l’unzione nel grado del presbiterato dove, invece del segno della croce che avviene sulla fronte nel Battesimo e nella Cresima, al novello sacerdote viene unto tutto il palmo della mano, attraverso il cui uso egli amministrerà i sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione; mentre al presbitero che accede al terzo grado dell’Ordine, l’episcopato, viene unto il capo intero, visto che al servizio della sua guida, come vescovo, sarà affidata l’intera Chiesa locale, individuata giuridicamente nel territorio di una diocesi.

Come detto, Battesimo, Cresima e Ordine, i sacramenti che “imprimono il carattere”, non possono mai essere reiterati: non si può essere battezzati una seconda volta; la stessa Chiesa Cattolica che accoglie al suo interno fedeli provenienti da altre Chiese riconosce la validità del loro battesimo, senza ripeterlo.

Così come, quando un fedele che deve assumere il ruolo di “padrino” e, dovendo produrre il certificato di Cresima, riceve la notizia che c’è stato un incendio e sono andati persi i registri cartacei che ne riportano la ricezione, dovrà, insieme col parroco, produrre una testimonianza della Cresima avvenuta, non potendo in alcun modo ripeterla.

Gli altri sacramenti possono invece essere reiterati, la ricezione dell’Eucaristia e della Riconciliazione, quella dell’Unzione degli infermi che può essere ripetuta a seconda delle necessità e, infine, il matrimonio in caso di vedovanza.

Torniamo alla nostra questione.

Il coniuge che pronuncia la sua promessa di fedeltà e riconosce la indissolubilità del suo vincolo matrimoniale, nel momento in cui viene meno a tutto questo pone in essere una situazione che può portare alla rottura del suo matrimonio, attraverso il percorso che sfoci in una separazione o in un divorzio.

Il presbitero o l’episcopo o il diacono che chiedano alla Chiesa di essere dispensati dalla promessa del celibato non pongono in essere la fine del sacramento che, come detto, è ritenuto indelebile dalla teologia cattolica e che, dunque, rimarrà fino alla morte; tant’è che lo stesso Codice di diritto Canonico (cfr. CJC, cann. 976, 986,2) chiede al ministro che sia stato sospeso dall’esercizio del ministero di esercitare il ministero stesso, in casi di necessità quali l’amministrazione dei sacramenti ad un moribondo in assenza di un ministro in esercizio.

Quindi, riassumendo: il coniuge che tradisce suo marito o sua moglie, che risulta infedele alle sue promesse, che arriva ad una decisione di separazione, rompe il vincolo sacramentale e si pone fuori del matrimonio stesso. La Chiesa Cattolica ritiene che tali scelte portino ad una uscita dalla comunione ecclesiale, e per questo motivo (eccettuato la dichiarazione nullità del sacramento riconosciuta dopo un processo canonico) un coniuge che si sposa nuovamente con rito civile dopo un divorzio si dispone che non possa accostarsi ai sacramenti.

Il ministro che decide di sposarsi è invece riconosciuto, dopo il discernimento della Chiesa, libero di farlo.

Egli non ha, propriamente, rinnegato le sue promesse o tradito la sua missione, perché la sua domanda non è quella di lasciare il ministero e di abbandonare le persone che gli sono state affidate.

Non è, dunque, infedele alla stessa maniera di quella che potrebbe essere una infedeltà vissuta tra coniugi.

La sua non è una “infedeltà” ma una “onestà”, perché si rivolge al discernimento della Chiesa per chiedere di essere dispensato dalla sua promessa di celibato, piuttosto che continuare a prometterlo senza più avere in cuore e nella mente di riconoscerlo come un proprio “carisma”. Nel momento in cui la Chiesa accoglie la sua domanda e la riconosce legittima, egli lascia l’esercizio del ministero in rispetto della legge che la Chiesa stessa si è data, quella di servirsi solo di ministri che siano e rimangano celibi.

In merito  al dibattito inerente l’opportunità o meno di cambiare la legge rendendo la scelta del celibato facoltativa e non più obbligatoria, è indubbiamente un passo  non  facile da compiere, dato che si tratta di una legge che ha un millennio di storia; le motivazioni, a mio modo di vedere, non dovrebbero riguardare la necessità di promozione numerica delle vocazioni, quanto l’onestà di dare una luce di verità su tante situazioni.

Certamente un ministro sposato non è migliore di uno che rimanga celibe, e viceversa.

Ognuno ha la sua storia, ognuno deve essere responsabile delle sue scelte.

Una rivisitazione della norma dovrebbe essere motivata da una precisa attenzione a voler fare ordine, dare responsabilità, aiutare ad illuminare nella verità la vita di tutti quei ministri, di tutti quei consacrati, di tutti quei religiosi e quelle religiose che vivono le promesse e i voti a suo tempo pronunciati, non più come una occasione di fecondità ma come la negazione dello stesso percorso vocazionale intrapreso anche da anni e da decenni.

Categorie
Uncategorized

DON TONINO BELLO Y LA MIRADA DEL ALMA

Autor de la publicación Por Alessandro Manfridi

Fecha del artículo 20/04/2021

No hay comentarios sobre DON TONINO BELLO Y LA MIRADA DEL ALMA

Publicado en https://www.vinonuovo.it/comunita/esventure-di-chiesa/don-tonino-bello-e-lo-sguardo-dellanima/

“Los ojos son el espejo del alma”.

Citando la famosa frase de Platón en el Fedro, no puedo negar, veintiocho años después del nacimiento en el cielo del obispo de Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi Don Tonino Bello (1) que ciertamente valió la pena para él.

Tuve el privilegio de conocerlo en persona y, como los amigos me han invitado varias veces a transmitir mis recuerdos, trato de compartirlos contigo.

Todavía recuerdo la primera vez que lo conocí, aunque no en persona.

Acababa de bajarme del autobús en la ciudad de Bari, buscando a un sacerdote al que se suponía que debía conocer. Sin darme cuenta, me encontré con una escena bastante inusual: una procesión solemne de la ciudad para entrar a la catedral, desde ese día se festejaba el patrón San Conrado. Me encontré, sin haberlo planeado, para entrar y participar con los demás fieles, una iglesia abarrotada, en la celebración.

Todavía recuerdo la pasión que este obispo transmitió en su homilía, realmente habló “desde el alma”: era el pasaje del Evangelio que habla de la incapacidad de un rico para entrar en el reino de los cielos, “sería más fácil para un camello para entrar por el ojo de una aguja para que un rico entre en el reino de los cielos “(2).

Don Tonino fue un franciscano como terciario y profundamente atento “al poder de los signos”, más que a “los signos del poder” y sus catequesis sobre el lavamiento de los pies por Jesús, con esa única vestidura que le fue otorgada, el delantal. de servicio, son una maravillosa exteriorización, desde el corazón, de sus elecciones (3).

Como obispo, había elegido el lema de un versículo del Salmo 34: “Escuchen a los humildes y se regocijen” (4); la cruz pectoral no de oro sino de madera de olivo de su tierra, el amado Salento; el anillo episcopal obtenido de la fe de los padres. Conducía con un viejo 500 amarillo. Siempre disponible y tranquilo, hasta el punto de bajar a abrir la puerta en persona cuando alguien toca el intercomunicador en el episcopio.

No perdió este hábito hasta que sus fuerzas se lo permitieron.

El primer encuentro personal con él: me encontré asistiendo a una cena, sus invitados en el episcopio, cuarenta jóvenes, y no faltaron los que hablaron, lo llenaron de preguntas y todos escuchamos con admiración sus respuestas, un obispo tan “en la mano Era inusual encontrarlo.

Personalmente, no quise intervenir, todos estaban entusiasmados y muchos lo hicieron, me quedé en silencio, escuchando, un poco apartado, alegre, como todos, de esta acogida y este clima de fraternidad.

Al final de la cena, Don Tonino quiso acompañarnos no a la puerta sino a bajar los escalones del episcopio hasta la calle. Una vez más, estábamos en grupo y las intervenciones continuaron, no hubiéramos querido dejarlo, pasa como cuando con un querido amigo el tiempo vuela rápido. En cierto momento, sin que me dé cuenta, se me acerca, me mira a los ojos y me pregunta: “¿Cómo te llamas?” Sigo incrédulo: “¡Alessandro!”. No recuerdo lo que añadió, unas palabras cariñosas, como las de un buen padre. Su gesto me impactó. Don Tonino había notado mi silencio, la decisión de permanecer casi escondido, de dejar espacio para los demás, ya que todos estaban entusiasmados con llenarlo de preguntas.

Era un pastor atento a la gente, entusiasta y apasionado, con una palabra que tocaba el corazón.

Además de su ministerio episcopal, su atención a todos y a los menos, otro gran testimonio fue el de su compromiso por la paz.

Como obispo presidente nacional de la asociación Pax Christi, muchas de sus intervenciones fueron memorables, incluido el apasionado discurso “Constructores permanentes de la paz” (5).

Un magisterio decisivo. No puedo olvidar una entrevista que lo vio retransmitida por Rai, eran los días del primer conflicto contra Irak, el de la invasión de Kuwait. Todos justificaron la intervención armada, por la violación de todo el derecho internacional. Él, una voz en el desierto, se pronunció apasionadamente contra el embargo, medida que golpearía a la población civil, citando con aire casi profético la visión de Isaías que contempla las espadas transformándose en rejas de arado y las lanzas en guadañas (6). Parecía venir de otro mundo, una voz que habla a los que no pueden entenderla, como la que ha tocado a todos los profetas bíblicos (7).

La pasión de Don Tonino por la causa de la paz vio su página más alta cuando el obispo, ahora minado por la enfermedad, no quiso dejar de participar en la “expedición” organizada por “Bienaventurados los pacificadores” que reunió a 500 personas, que se fueron con el barco de Ancona a Split, para llevar solidaridad, esperanza y un anuncio de paz al centro de Sarajevo, durante el conflicto serbo-croata-bosnio, con riesgo de vida por la presencia de francotiradores. Fue un hecho completamente silenciado por los medios de comunicación, y Don Tonino publicó su diario de esos días, con recuerdos memorables, en las páginas de Il Manifesto (8).

El mal lo había consumido y lo había obligado a acostarse. Se decía que don Tonino ya no podía recibir visitas, como era la costumbre, a cualquier hora del día, cuando algunos iban a visitarlo. La enfermedad no le permitía decidir y planificar cuándo podía recibir, recuerdo que alguien informó que si era posible se podía llamar a quien quisiera para que fuera a saludarlo. Así que me encontré en su habitación. Esa tarde hubiéramos sido 40 o 50 personas, entre laicos, seminaristas del curso, celebrantes; tanta gente se reunió de pie en ese dormitorio. Don Tonino participó en la celebración de la Misa en la cama, vestido con la estola al cuello, la celebración fue realizada por los demás celebrantes. Pero en el momento de la homilía quiso hablar y retomó ese episodio que relató, que se ha hecho muy famoso, de la “Cruz como arreglo temporal”. En la historia narró que realizó una visita pastoral a uno de sus párrocos. Durante la visita había notado que en un rincón de la sacristía había un antiguo crucifijo de madera, retirado de su lugar debido a algunos trabajos en curso. Junto al crucifijo hay un cartel con la inscripción: “Alojamiento temporal”. Don Tonino tuvo un sobresalto, se volvió resueltamente hacia el párroco: “¡No debes quitar esa escritura, al contrario, debes enmarcarla!”

Y a partir de este episodio construyó su anuncio que esa tarde actualizó con nosotros.

“¡Chicos, no se preocupen! ¿La Cruz? ¡Es un alojamiento temporal! ¿Cuánto tiempo estás en la cruz? ¿Unas pocas horas? Pero, después de eso, ¡todo cambia! ¡Las cosas se transforman! “

Habló con voz débil. El cuerpo es esquelético. El rostro hundido, devorado por la enfermedad. Pero los ojos. Ojos vivos, penetrantes, llenos de amor. Nos miraba a cada uno, nos hablaba con determinación, con certeza, con parresía evangélica. Él, un hombre ahora en el umbral. Él, crucificado por un dolor insoportable y barrido por una enfermedad inexorable. Nos habló. Nos animó. Nos animó. Nos espoleó. Nos invitó a mirar la vida con ojos de esperanza, con la certeza de la fe, con alegría en el corazón. “¡Vamos chicos! ¡No temáis! ¡No tengas miedo! ¿La Cruz? ¡Es un alojamiento temporal! “

Incluso ahora, escribiendo, no puedo evitar que me conmuevan.

La última despedida, el día del funeral. La celebración se organizó al aire libre, en el puerto.

Mons. Mariano Magrassi OSB, arzobispo de Bari-Bitonto y presidente del CEP presidió la función, concelebrantes todos los obispos de Apulia y otros obispos, decenas y decenas de sacerdotes y unas cincuenta mil personas. En el video que reproduzco se transmitió la famosa oración de Don Tonino “Dame, Señor, un ala de repuesto”, que fue puesta a música y cantada por primera vez durante esta celebración (9). Recuerdo la procesión final, la canción tocó el alma. Me había propuesto contener las emociones y estaba tratando de hacerlo. Pero cuando continuamos, miré hacia arriba: mujeres, hombres, jóvenes, niños, ancianos, gente sencilla y gente distinguida, todos, sin excepción, estaban destrozados en lágrimas. Un pueblo que lloraba a su pastor, a su padre, a su amigo, a su hermano. Yo tampoco pude evitarlo. Frente a esta escena la emoción me tomó desde adentro y rompí a llorar, participando de este sincero homenaje. Nos había dejado un hombre, un pastor, un obispo que había hablado al corazón del pueblo, sin distinción, con pasión, amor, benevolencia y frescura evangélica. No solo fue un escritor sino un gran orador y sus escritos e intervenciones, transcritos, ocupan ocho volúmenes (10).

En los años siguientes, tuve la oportunidad de conocer y escuchar los valiosos testimonios de otras personas que lo conocieron en persona y lo conocieron.

Es verdaderamente un descubrimiento siempre nuevo y continuo.

El mismo Papa Francisco quiso recordarlo con su visita (11).

Estoy seguro que su testimonio seguirá enamorando a muchas personas, creyentes y no creyentes, porque un verdadero hombre, un hombre que se dedicó y dio su vida, dando un profundo sentido de gratitud y esperanza, hablando a los corazones y proponiendo. él mismo, incluso después de la elección episcopal, como lo hizo: “No me llame su excelencia, monseñor Antonio Bello. Siempre seré Don Tonino para todos ”. Y sus ojos hablaron. Una mirada fue suficiente para él.

(1) Fundación Don Tonino https://www.fondazheredontonino.it/

(2) Cfr. Mt 19, 23-30.

(3) Los pies del otro https://www.dontoninobello.info/as2-356/

(4) Audiant et laetentur https://www.conoscidontonino.it/audiant-et-laetentur/

(5) Asamblea de “Bienaventurados los constructores de la paz”, Arena di Verona, 20-22.02.1986 https://www.youtube.com/watch?v=8ZQ24suxmuU

(6) Véase Isaías 2: 1-5.

(7) Don Tonino, las palabras “incómodas” de un hombre libre – Vatican Newshttps: //www.vaticannews.va/it/papa/news/2018-04/tonino-bello-papa-francesco-alessano-molfetta-visita -words.html

(8) Conversación con su hermano Trifone Bello https://www.youtube.com/watch?v=UkDdTnzKflA

(9) Molfetta-funeral de Don Tonino Bello

(10) https://www.dontoninobello.info/

(11) https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-francesco-molfetta-don-tonino-bello El Papa: Don Tonino ayúdanos a ser “Iglesia del delantal” (avvenire.it)

Categorie
Uncategorized

L’EREDITÀ DI SILVESTRO

Silvestro Montanaro ( Sora 26 marzo 1954 – Napoli 10 Luglio 2021)

Pubblicato su https://www.vinonuovo.it/attualita/societa/leredita-di-silvestro-montanaro/

È sempre fonte di soddisfazione, per un insegnante, cogliere negli occhi dei ragazzi la partecipazione e l’interesse su temi trattati; in alcuni casi ci si può persino commuovere quando ciò che viene tramesso tocca le corde del cuore oltre quelle della mente.

Non parliamo della capacità personale del docente nel trasmettere un messaggio o della logica del mero riscontro della ricezione dello stesso: questi appartengono alla Mission e all’esperienza di ogni educatore e di ogni pedagogo.

Parliamo di quelle emozioni che nascono da un confronto che segue una proposta educativa colta nella sua verità e che coinvolge la vita, ponendo gli interlocutori innanzi ad alcune domande e chiamando ciascuno a dare la propria risposta.

Devo ringraziare l’amico Vittorio che mi aveva suggerito di organizzare a scuola un incontro con i miei studenti invitando il giornalista Silvestro Montanaro[1]. Poi è sopravvenuto il lockdown che ha caratterizzato l’ultima parte dello scorso anno scolastico e ciò ha reso impossibile l’iniziativa.

Silvestro ci ha lasciati il 10 luglio scorso.

Stressato ma mai arresosi alle le battaglie di denuncia che portava avanti instancabilmente, il suo viso sofferente nell’ultimo periodo rispecchiava il dolore per quello che i suoi occhi avevano visto: le situazioni di miseria, di dolore e di morte causate da un sistema globale che si nutre della vita di miliardi di esseri umani, per garantire il potere e il dominio di pochi individui su intere popolazioni.

La scomparsa di Silvestro ci lascia non solo il vasto patrimonio del suo giornalismo d’inchiesta svolti in circa venticinque anni di servizio Rai – servizi di enorme spessore quali quelli proposti nei programmi C’era una volta[2] e Dagli Appennini alle Ande[3] ma soprattutto l’eredità di un professionista, di un uomo, di un testimone la cui persona e le cui denunce devono essere riconosciute e fatte conoscere.

Portare il suo messaggio alle giovani generazioni che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo, in particolare attraverso il mondo della scuola, è senz’altro una strada da percorrere.

La professione del giornalista, come sappiamo,  è un servizio rivolto al pubblico, il quale premia sempre ciò che riconosce come vero e autentico; la passione di Silvestro, la dedizione e l’impegno nello svolgimento in questa professione nella quale credeva, si confronta con una semplice “ricetta”: quello che conta non è fare spettacolo ma raccontare delle storie, con il fine di far incontrare gli spettatori con le vite di coloro che vengono raccontati e si raccontano, con le loro sofferenze, con le loro speranze e con la loro dignità.

Delle grandi inchieste, i servizi che ci lasciano contenuti vivi, attuali e, purtroppo troppo spesso mai risolti, sono quelli internazionali. Tra i tanti vorrei citare “Il sogno di Antonio”[4], sul tema del debito internazionale che fu particolarmente posto sotto i riflettori a cavallo dell’anno Duemila, format utilizzato Da Oxfam nelle sue campagne informative e i successivi reportage dei quali riporto le parole del giornalista:

«Successivamente realizzai due documentari. “Col cuore coperto di neve”[5] e “…e poi ho incontrato Madid”[6]. Andarono in onda in seconda serata e accadde qualcosa di straordinario. Poche settimane dopo, su richiesta dei telespettatori, vennero replicati in prima serata. Si, su richiesta del pubblico che per una settimana intera paralizzò i centralini della Rai da Palermo a Milano. Ad un conto corrente dei Missionari Comboniani, in coda a “…e poi incontrato Madid”, arrivarono più di dieci miliardi di lire. Vennero salvate, dalla morte per fame, decine di migliaia di persone in Sud Sudan. E realizzate tante strutture di pubblica utilità»[7].

Sono decine i lavori che Silvestro ci ha lasciato, ricordo anche il riferimento a una grande figura, quella di Thomas Sankara[8], presidente del Burkina Faso, assassinato il 15 ottobre 1987.

Leggendo gli scritti di Silvestro mi sono soffermato su uno di questi, annotando senza difficoltà il parallelo possibile con le parole dell’apostolo Paolo di Tarso.

Chi è in prima linea, per il servizio di missione nella diffusione delle ragioni della giustizia, che sono le stesse di quelle del Vangelo, non si ferma davanti ad alcuna prova e le assume tutte, certo che l’altezza della posta e il fine della missione, valgano le sofferenze più disparate.

Queste le sue parole:

 «Ho lavorato il sabato e la domenica, tanti Natali…Ho avuto tre volte la malaria. La prima ci stavo lasciando la pelle. Ne porterò i segni tutta la vita. Ho fatto collezione di malattie tropicali. Ho rischiato più volte la vita in quelle che si chiamano assurdamente guerre dimenticate e che invece sono semplicemente e volutamente ignorate. I lividi e le botte prese neanche le conto. Tutta roba che fa parte del mio lavoro e per la quale non ho mai chiesto all’azienda nulla in cambio. Credo sia una malattia. La voglia di raccontare, la ricerca della verità, sono la più formidabile ricompensa a qualsiasi infortunio»[9].

Queste le parole di Paolo Tarso nella lettera seconda Lettera ai Corinzi:

                 Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani (2Cor 11, 24-32).

Caro Silvestro, questo mio saluto è per dirti: «grazie!».

Per il professionista, per l’uomo, per il testimone, per l’amico che non ho conosciuto ma che, in questo percorso di approfondimento, sento vicino alla mia persona e alla mia visione del mondo.

Infine permettimi di trasmettere quegli occhi gonfi di lacrime, quella commozione, quel desiderio di dirsi solidali vissuto dai mei studenti quest’anno alla visione del tuo racconto “La carne fresca”[10] con le testimonianze dirette delle bambine brasiliane vittime del turismo sessuale da parte anche di nostri concittadini e “normali” padri di famiglia.

Un mondo migliore è ancora possibile; esso passa dall’autenticità dei nostri giovani e dall’onestà intellettuale di chi vuole mostrare loro le sfide e la chiamata a costruire ed ad esserci.


[1] Cfr. https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/biografia-silvestro-montanaro

[2] Cfr. https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/cera-una-volta-

[3] Cfr. https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/dagli-appennini-alle-ande

[4] Cfr. https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/il-sogno-di-antonio

[5] https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/col-cuore-coperto-di-neve—1998

[6] https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/col-cuore-coperto-di-neve—1998

[7] Lettera di Silvestro Montanaro https://carlinhoutopia.wixsite.com/ceraunavolta/lettera-al-direttore-gen-rai

[8] https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/thomas-sankara-e-quel-giorno-uccise

[9] Lettera di Silvestro Montanaro https://carlinhoutopia.wixsite.com/ceraunavolta/lettera-al-direttore-gen-rai)

[10] Cfr. https://carlinhoutopia.wixsite.com/carlinho-utopia/carne-fresca—2001

Categorie
Uncategorized

在圣玛尔塔两个月

在圣玛尔塔两个月

锁定期间对圣玛尔塔家庭成员的内容的反思

亚历山德罗·曼弗里迪(Alessandro Manfridi)

2020/04/09

2020年3月9日至5月17日,在圣玛尔塔小教堂现场直播了64次罗马主教的感恩节庆祝活动。
按照他明确的意愿,这些庆祝活动从他的事工开始就与少数参加会议的忠实信徒举行了家庭聚会(近年来成千上万),而他从未想过将其作为一个整体公开发表。 相反,在此期间内,所有希望通过梵蒂冈媒体传输到与其相连的各个网络的流媒体链接的参与者都可以直接使用。
通过这种方式,教皇打算向“这种冠状病毒流行病的病人表明亲密关系,向医生,护士,提供大量帮助的志愿者,家庭成员,养老院中的老年人,囚犯 他们被锁定»¹。
这项任命恰逢重大的时间,例如每年礼仪会首先提出的四旬斋之旅,然后是复活节,这一提议与当时的情况一样重要,因为大流行是意外的,并且由于封锁而被迫隔离。 。
弗朗西斯从诸如解释圣体礼拜仪式的圣经读物的特定背景开始,传播了许多内容,迹象,建议和劝诫,不仅受到网络或电视连接的人们的欢迎和赞赏。 现场直播,也有那些意识到这一点的人,这要归功于媒体和新闻,当时有报道说圣玛尔塔传递了一些感言。
让我们尝试一些我们认为对欢迎和发展至关重要的文章。
在这两个月中,圣玛尔塔最受欢迎的话题是什么?
滚动浏览所有的同伴,我们发现出现在一个以上同伴中的单词,我们记录了其中的106项。
出现最多的术语-撇开名字:儿子,父亲和圣灵-分别是魔鬼(在九个同性恋中),教堂(10),法律(10),罪孽(12),心(16),上帝的子民 (17); 我们还将“信念,信任,忠诚,相信,信任”一词组合在一起,指出它们在21个亲戚中再次出现。
对于那些恪守信仰承诺的人,有哪些迹象显示出来?
信仰必须传播,奉献,但不能落入任何pro教的诱惑中。 谦卑的衣服。 每一个pro教活动都会导致腐败²。
关于信仰证词的实施,弗朗西斯断言:
您可以建造一家医院,拥有一个非常完善,发展良好的教育机构,但是如果没有基督教的见证人,那么您的工作就不会有见证人的工作,而是真正传讲耶稣的工作:它将是一个慈善机构, 很好-很好! -但仅此而已³。
这些话似乎是对所有指责罗马主教提倡一个愿景的人的回应。 弗朗西斯(Francis)邀请我们保持谨慎,并根据二项式见证和祈祷来宣扬信仰。
信念的特点是在各个方面概述了具体性:真理的具体性,谦卑的具体性,朴素的优雅⁴。
服务是耶稣跟随者的“身份证”中所表现的特殊特征,正是这种风格导致了根据选举的呼吁而建立和建立,正如在圣周的星期二在同一个仪式上所传达的那样。 坚持不懈是根本⁵。
4月2日的纪念日回顾了圣经中有关选举,应许和圣约的概念。
弗朗西斯(Francis)还说:伪君子和腐败的人祸了。 确实是上帝
对于他不宽恕的腐败者,仅仅因为腐败者无法请求宽恕,他就走得更远。 他累了……不,他不累:他没有能力。 腐败也使他失去了我们所有人都必须感到羞耻才能寻求宽恕的能力。 不,腐败是安全的,它在继续,它在摧毁,它在剥削人们,像这个女人一样,一切,一切……它在继续。 他把自己放在上帝的位置。
与福音信息相反,最有害和破坏性的态度之一是喃喃地抱怨,抱怨,that不休,这成为一种真正的社会私刑,甚至以诽谤和虚假新闻推翻了真相,一旦传播,就会拖累 群众,也导致形式的流血暴力。
除了耶稣和斯蒂芬以及各个年龄段的基督教烈士的榜样,我们还有大屠杀的当代戏剧。
面对这种以破坏性持久性为特征的致命局势,耶稣传递给我们的例子是勇于保持沉默的勇气:仅以沉默反对愤怒,绝不以理由反对。
对人类的虐待不仅会导致导致人身暴力的抱怨和愤怒,而且会因各种形式的不公而悲剧地实现,这些形式的不公超越了单个社会的普遍性。
在这方面,精湛的作法是在圣周三举行的同with节,阅读背叛以及与邻居的买卖。
当我们想到出售人时,想到了与非洲奴隶将他们带到美国的交易-这是一件老事-然后,例如,将卖给Daesh的Yazidi女孩的交易:但这是一个遥远的事情,这是 一件事…即使到今天人们也被卖掉了。 每天。 有犹大人卖兄弟姐妹:在工作中剥削他们,不付出权利,不承认自己的职责……的确,他们经常卖出最贵的东西。 我认为,为了更舒适,一个人可以将父母推开而不再见他们。 让他们在退休之家中安全,不要去看他们……它卖了。 有一种很普遍的说法,就是说这样的人说:“这有能力卖掉自己的母亲”:然后他们就把她卖了。 现在它们很平静,它们被移除了:“您照顾好它们……”。
今天的人类贸易就像在早期一样:完成了。 为什么是这样? 为什么:耶稣说了。 他给了一个领主钱。 耶稣说:“绅士和财物无法奉献”(路加福音16:13),两位先生。 耶稣复活是唯一的事情,我们每个人都必须选择:o侍奉上帝,您将在崇拜和服务中获得自由; 或服务金钱,您将成为金钱的奴隶。 这是选项; 许多人想事奉上帝和金钱。 这是不可能做到的。 最后,他们假装侍奉上帝以服务金钱。 在社会上无可挑剔的是隐藏的剥削者,但他们在桌子下做生意,甚至与人打交道:没关系。 人类的剥削正在贩卖你的邻居……小家伙,有一个偷窃出卖的步骤。 那些热爱金钱的人总是背叛以致拥有更多:这是规则,这是事实。
只需考虑强加作为奴隶制真实情况的工作条件就否定了人类尊严的不公正现象。
4月6日的狂欢节触动了良心:
关于不忠实的管理员的故事始终是最新的,甚至在高层次上也总是存在:让我们想到一些慈善机构或人道主义组织,这些组织有很多员工,很多人,他们的人非常丰富,最终达到了目标。 百分之四十的人贫穷,因为六十就是付那么多人的薪水。 这是从穷人那里获取金钱的一种方式。 但是答案是耶稣,在这里我要停止:“穷人永远与你同在”(约翰福音12,8)。 这是一个事实:“实际上,您总是与穷人在一起”。 穷人在那里。 有很多:我们看到的是穷人,但这是最小的部分。 我们看不到的穷人数量之多:隐藏的穷人。 我们之所以看不到它们,是因为我们进入了一种否定主义的冷漠文化,并且我们否认:“不,不,没有很多,它们不可见; 是的,那种情况……”,总是削弱穷人的现实。 但是有很多很多。
甚至,如果我们不接受这种冷漠文化,就有一种习惯将穷人视为城市的装饰品:是的,那里像雕像; 是的,可以看到它们; 是的,那个乞求施舍的老妇人,那个另一个…但是好像这是正常的事情。 穷人是城市装饰的一部分。 但是绝大多数是经济政策,金融政策的贫困受害者。 最近的一些统计数据总结了这一点:少数人手中有很多钱,许多人中有很多贫穷。 这就是许多人的贫穷,他们是世界经济结构性不公正的受害者。 还有许多穷人感到羞耻,以至于他们没有表现到月底。 许多可怜的中产阶级人,他们秘密地去明爱,秘密地问和感到羞耻。 穷人比富人多得多。 非常非常非常……耶稣说的是真的:“事实上,穷人总是与您同在”。 但是我看到他们了吗? 我注意到这个现实了吗? 尤其是对于隐藏的现实,那些感到羞耻的人表示他们直到月底才做到这一点¹²。
愿意参加遭受这一大流行病困扰的人们的苦难,必须使我们对遭受许多其他大流行病如世界饥饿的兄弟们的思想敞开怀抱。
因此,这种大流行的经历可能会成为重新定义我们的选择的机会,而不是陷入对坟墓的怀旧之情:
即使在今天,在下一疫情-我们希望很快到来-这种大流行的下一阶段,也有相同的选择:我们的赌注将是生命,人民复活,或者是钱财之神:回到坟墓。 饥饿,奴隶制,战争,军工厂,未受教育的儿童……这里有坟墓。
毫无疑问,这种大流行是社会危机的经历,就像其他许多危机时期一样:婚姻,家庭,工作。 在危机时刻如何应对?
在我的土地上有一句话说:“当您骑马时,必须过河时,请不要在河中央换马”。 […]这是忠贞的时刻,忠于上帝的时刻,忠实于我们从前所采取的事物[决定]的时刻。 这也是转变的时刻,因为这种忠诚将激发我们为善做一些改变,而不是让我们与善良保持距离。
上帝的子民的角色是什么?

圣玛尔塔?

基督教不仅是一种伦理,而且还不仅仅是被选为信仰的见证人的精英。
信徒必须体验嗅觉,体验对属于上帝子民的记忆。
人:
当缺乏这种力量时,就会出现教条主义,道德主义,伦理学,精英运动。 人们不见了。
在这一神圣的循环中,印象最深刻的图像之一就是教堂的河流,在这里,所有不同的潮流都有权出现。
我们认为,这是对所有主张主张分裂主义或抱怨不可能同居不同民族,传统主义者或进步主义者的人们的回应。
弗朗西斯在这里继续回忆起,政党之间的分裂,分裂的工作(我是保罗的,我是阿波罗的…)将自身呈现为教会的真正疾病。
教堂就像一条河,你知道吗? 有些在这边,有些在另一边,但是重要的是每个人都在河里”。 这是教会的统一。 外面没人,里面每个人。 然后,具有特殊性:这不会分裂,不是意识形态,这是合法的。 但是,为什么教会拥有如此宽广的河流呢? 这是因为主如此想要。
我们在3月18日的重大庆祝活动中关闭了这种报价范围,弗朗西斯提醒我们,
我们的上帝是亲密的上帝,他是与他的子民同行的上帝[…]人拒绝上帝的亲密,他想成为人际关系的主人,亲密总是带来一些弱点。 …]“附近的上帝”变得虚弱,并且他越靠近,他似乎越弱[…]
我们的上帝是亲密的,要求我们彼此亲近,而不是彼此远离。 在由于大流行而导致的危机时刻,这种亲密关系要求我们更多地展示它,更多地展示它。 我们也许不能因为害怕传染而身体接近我们,但是我们可以唤醒我们彼此之间的亲密态度:通过祈祷,帮助和许多亲密方式。 为什么我们必须彼此靠近? 因为我们的上帝在附近,他想在生活中陪伴我们。 他是亲近之神。 因此,我们不是孤立的人:我们是亲密的,因为从主那里得到的继承是亲近的,即亲密的姿态。
在大流行开始后的几个月,重新阅读弗朗西斯的话是一个难得的机会,可以理解这些事件并鼓励每个人建立更美好的世界。
——————————————————————————
1梵蒂冈新闻,教宗的亲密关系:圣玛尔塔群众每天都生活在https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/coronavirus-papa-francesco-messa-santa-marta -every-day.html
2见《 FRANCIS》,必须传达信仰,尤其是在2020年4月25日,尤其是在见证人的面前,必须提供信仰,网址为http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200425_testimoniare -lafede-conlavita.html
3 ID。,没有见证和祈祷,就不可能在2020年4月30日在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200430_testimonianza-e- 祈祷.html
4见ID。《小孩子的具体性和简单性》,2020年4月29日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200429_laconcretezza-dellaverita.html中
5参见ID,Persevere服务,2020年4月7日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200407_perseverare-nelservizio.html
6参见ID,《基督徒生活的三个层面:选举,应许,盟约》,2020年4月2日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco- cotidie_20200402_letre-dimensions-of-life.html
7 ID。,信靠上帝的怜悯,2020年3月30日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200330_pregare-peril-perdono.html
8见ID,2020年4月28日,每天daily不休的私刑,网址为http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200428_laverita-dellatestimonianza.html
9见ID.2020年3月27日,http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200327_ilcoraggio-ditacere.html
10 ID。,犹大,你在哪里?,2020年4月8日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200408_tra-lealta-e-interesse.html
11 Cf. ID。,《工作是人类的使命》,2020年5月1日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200501_illavoro-primavocazione- of man.html
12 ID。《在穷人中寻找耶稣》,2020年4月6日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200406_la-poverta-nascosta.html
13见《眼泪ID》,2020年3月29日,见http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200329_lagrazia-dipiangere.html
14见ID,《兄弟会日,pen悔和祈祷日》,2020年5月14日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200514_giornodi-fratellanza -penance-prayer.html
15 ID。,选择公告,以免落入我们的坟墓,2020年4月13日,位于http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200413_annunciare-cristo- vivoerisorto.html
16 ID。,学会生活中的危机时刻,2020年5月2日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200502_lecrisi-occasioni-diconversione.html
17 ID。,成为一名基督徒将属于上帝的子民,2020年5月7日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200507_consapevoli-diessere-popolodidio中。 html
18 ID。我们都有一位牧羊人:耶稣,2020年5月4日,网址:http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200504_cristo-unicopastore.html
19 ID。,我们的上帝已经亲密,并要求我们彼此亲密,2020年3月18日,在http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa -francesco-cotidie_20200318_pergli-operatorisanitari.html

Categorie
Uncategorized

Miezi miwili huko Santa Marta

Miezi miwili huko Santa Marta

Tafakari juu ya yaliyomo kwenye familia huko Santa Marta wakati wa kufungwa

Alessandro Manfridi

04/09/2020

Kulikuwa na sherehe 64 za Ekaristi ya Askofu wa Roma kutangaza moja kwa moja kutoka kanisa la Santa Marta, kutoka 9 Machi hadi 17 Mei 2020.
Kwa wosia wake wazi, sherehe hizi, ambazo tangu mwanzo wa huduma yake zimefanya mkutano wa kifamilia na idadi ndogo ya waaminifu ambao wameshiriki katika hizo (maelfu katika miaka ya hivi karibuni) na ambayo hakuwahi kutaka kuiweka wazi kwa umma na moja kwa moja, zilifunguliwa katika kipindi hiki kwa wale wote ambao walitaka kushiriki kupitia kiunga cha utiririshaji kinachosambazwa na media ya Vatican kwa mitandao anuwai iliyounganishwa nao.
Kwa njia hii, Papa alikusudia kuonyesha ukaribu wake “kwa wagonjwa wa janga hili la coronavirus, kwa madaktari, wauguzi, wajitolea ambao husaidia sana, wanafamilia, kwa wazee walio katika nyumba za kustaafu, kwa wafungwa ambao wamefungwa »¹.
Uteuzi huu, ambao uliambatana na wakati muhimu kama ule ambao liturujia inapendekeza kila mwaka na safari ya Kwaresima kwanza na baadaye na Pasaka, ilishirikiwa katika muktadha muhimu kama ilivyotarajiwa kama ile ya janga na matokeo ya kutengwa kwa kulazimishwa kwa sababu ya kuzuiliwa. .
Kuanzia muktadha maalum kama ule wa familia ambazo zinaelezea usomaji wa kibiblia wa ibada ya Ekaristi, Francis aliwasilisha yaliyomo, dalili, mapendekezo na mawaidha mengi, ambayo yalipokelewa na kuthaminiwa sio tu na wale waliounganisha kwenye mtandao au kupitia Runinga. Ishi lakini pia kutoka kwa wale ambao walijifunza kuhusu hilo shukrani kwa media na habari kwamba katika siku hizo ziliripoti tafakari zingine zilizotangazwa na Santa Marta.
Wacha tujaribu kuchukua baadhi ya vifungu hivi ambavyo tunaamini ni muhimu kupokea na kukuza.
Je! Ni mada gani maarufu zaidi katika miezi hii miwili huko Santa Marta?
Kutembea kwa watu wote tulipata maneno ambayo yalionekana katika zaidi ya moja ya kumbukumbu na tulirekodi vitu 106 kati yao.
Maneno ambayo yanaonekana zaidi – ukiacha kando majina: Mwana, Baba na Roho Mtakatifu – ni maneno Ibilisi (katika homili tisa), Kanisa (10), Sheria (10), dhambi (12), moyo (16), watu wa Mungu (17); pia tumejiunga na maneno imani, uaminifu, uaminifu, amini, uaminifu, tukigundua kujirudia kwao katika familia 21.
Je! Ni nini dalili zinazojitokeza kwa wale ambao wanaishi kujitolea kwa imani?
Imani lazima ipitishwe, itolewe lakini bila kuanguka katika kishawishi cha uongofu wowote: njia hizo ni ushuhuda na huduma; vazi lile la unyenyekevu. Kila ubadilishaji unasababisha ufisadi².
Kuhusu utekelezaji wa ushuhuda wa imani, Francisko anasema:
Unaweza kutengeneza hospitali, muundo wa elimu wa ukamilifu mkubwa, wa maendeleo makubwa, lakini ikiwa muundo hauna shahidi wa Kikristo, kazi yako haitakuwa na kazi ya ushuhuda, kazi ya mahubiri ya kweli ya Yesu: itakuwa upendo, nzuri sana – nzuri sana! – lakini hakuna chochote zaidi³.
Maneno haya yanaonekana kuwa jibu kwa wale wote wanaomtuhumu askofu wa Roma kukuza maono ambayo yatapuuza ubora wa imani na pendekezo la Kanisa kama “hospitali ya shamba”. Fransisko anatualika tuwe waangalifu na tutoe ahadi ya kuhubiri imani juu ya ushuhuda na sala ya kipekee.
Imani ina sifa ya urafiki ambao umeainishwa katika nyanja zake anuwai: ukweli wa ukweli, uaminifu wa unyenyekevu, neema ya unyenyekevu⁴.
Huduma ni sifa ya pekee iliyopo katika “kadi ya kitambulisho” ya mfuasi wa Yesu na ni mtindo huu unaosababisha kujenga na kujenga kulingana na wito wa uchaguzi, kama unavyosambazwa katika mahubiri Jumanne ya Wiki Takatifu. Uvumilivu katika huduma ni jambo la msingi⁵.
Dhana za kibiblia za uchaguzi, ahadi na agano zinakumbukwa katika mkutano wa Aprili 2⁶.
Francis pia anasema: ole wao wanafiki na mafisadi. Mungu kweli
kwa fisadi hasamehe, kwa sababu tu mafisadi hawawezi kuomba msamaha, ameenda mbali zaidi. Amechoka… hapana, hajachoka: hana uwezo. Ufisadi pia umemnyang’anya uwezo wetu wote kuwa na aibu, kuomba msamaha. Hapana, mafisadi ni salama, inaendelea, inaharibu, inawanyonya watu, kama mwanamke huyu, kila kitu, kila kitu… inaendelea. Alijiweka katika nafasi ya Mungu.
Mojawapo ya tabia mbaya na mbaya zaidi, inayopinga ujumbe wa Injili, ni ile ya kunung’unika, kulalamika, kuongea, ambayo inakuwa ujamaa wa kweli kijamii, na kufikia hatua ya kupindua ukweli kwa kashfa na habari za uwongo ambazo, ikiwa zinaenea, vuta raia, pia kusababisha aina za vurugu za umwagaji damu.
Mbali na mifano ya Yesu na Stefano na mashahidi wa Kikristo wa kila kizazi, tuna mchezo wa kuigiza wa kisasa wa mauaji ya halaiki.
Kukabiliwa na hali hii mbaya, ambayo inajulikana na uvumilivu wa uharibifu, mfano ambao Yesu ametupatia ni ule wa ujasiri wa kunyamaza: kupinga ghadhabu kwa ukimya tu, kamwe bila kuhesabiwa haki.
Unyanyasaji wa kibinadamu hauishi kwenye manung’uniko na ghadhabu ambayo husababisha vurugu za mwili lakini inasikitishwa kwa kusikitisha na kila aina ya dhuluma ambayo inapita zaidi ya jamii za kibinafsi kuchukua vipimo vya ulimwengu.
Wenye ujuzi katika suala hili ni mahojiano juu ya Jumatano Takatifu na usomaji wa usaliti pamoja na uuzaji wa jirani yetu.
Tunapofikiria kuuza watu, biashara iliyofanywa na watumwa kutoka Afrika kuwaleta Amerika inakuja akilini – jambo la zamani – basi biashara, kwa mfano, ya wasichana wa Yazidi kuuzwa kwa Daesh: lakini ni jambo la mbali, ni jambo moja … Hata leo watu wanauzwa. Kila siku. Kuna Yuda ambaye huwauza ndugu na dada zao: akiwatumia katika kazi yao, bila kulipa haki, bila kutambua majukumu yao … Hakika, mara nyingi huuza vitu vya bei ghali. Nadhani kuwa vizuri zaidi, mtu anaweza kuwasukuma wazazi wake na asiwaone tena; kuwaweka salama katika nyumba ya wastaafu na sio kwenda kuwaona… inauza. Kuna msemo wa kawaida sana kwamba, ukiongea juu ya watu kama hawa, inasema kwamba “hii inauwezo wa kuuza mama ya mtu”: na wanamuuza. Sasa wametulia, wako mbali: “Unawatunza …”.
Leo biashara ya wanadamu ni kama katika siku za mwanzo: imefanywa. Kwa nini hii? Kwa nini: Yesu alisema. Alitoa pesa bwana. Yesu alisema: “Mungu na pesa haziwezi kutumikiwa” (rej. Lk 16:13), waungwana wawili. Ni jambo la pekee ambalo Yesu anainua na kila mmoja wetu lazima achague: o mtumikie Mungu, na utakuwa huru katika kuabudu na kuhudumia; au utumie pesa, na utakuwa mtumwa wa pesa. Hii ndio chaguo; na watu wengi wanataka kumtumikia Mungu na pesa. Na hii haiwezi kufanywa. Mwishowe wanajifanya kumtumikia Mungu kwa kutumikia pesa. Ni wanyonyaji waliofichwa ambao hawafai katika jamii, lakini chini ya meza wanafanya biashara, hata na watu: haijalishi. Unyonyaji wa kibinadamu ni kuuza jirani yako … kuna hatua ya kuiba ili kumsaliti, mdogo. Wale wanaopenda pesa sana hudanganya kupata zaidi, kila wakati: ni sheria, ni ukweli¹⁰.
Hebu fikiria udhalimu ambao unanyima utu wa binadamu kwa kuweka mazingira ya kazi ambayo ni hali halisi ya utumwa¹¹.
Hofu ya Aprili 6 inagusa dhamiri:
Hadithi hii ya msimamizi asiye mwaminifu ni ya kila wakati, iko kila wakati, hata kwa kiwango cha juu: hebu fikiria juu ya misaada au mashirika ya kibinadamu ambayo yana wafanyikazi wengi, wengi, ambao wana muundo tajiri sana wa watu na mwishowe hufikia maskini asilimia arobaini, kwa sababu sitini ni kulipa mshahara wa watu wengi. Ni njia ya kuchukua pesa kutoka kwa masikini. Lakini jibu ni Yesu. Na hapa nataka kuacha: “Una maskini daima pamoja nawe” (Yoh 12,8). Huu ni ukweli: “Kwa kweli, siku zote mna maskini pamoja nanyi”. Masikini wapo. Kuna mengi: kuna maskini ambao tunaona, lakini hii ndio sehemu ndogo zaidi; idadi kubwa ya maskini ni wale ambao hatuwaoni: maskini waliofichwa. Na hatuwaoni kwa sababu tunaingia kwenye tamaduni hii ya kutokujali ambayo ni ya kupuuza na tunakataa: “Hapana, hapana, hakuna mengi, hawawezi kuonekana; ndio, kesi hiyo… ”, kila wakati ikipunguza hali halisi ya maskini. Lakini kuna mengi, mengi.
Au hata, ikiwa hatuingii utamaduni huu wa kutokujali, kuna tabia ya kuwaona masikini kama mapambo ya jiji: ndio, kuna, kama sanamu; ndio, zipo, zinaweza kuonekana; ndio, yule mama mzee ambaye anaomba sadaka, huyo mwingine … Lakini kana kwamba ni jambo la kawaida. Ni sehemu ya mapambo ya jiji kuwa na watu masikini. Lakini walio wengi ni wahasiriwa duni wa sera za uchumi, za sera za kifedha. Takwimu zingine za hivi karibuni zinafupisha hii kama ifuatavyo: kuna pesa nyingi mikononi mwa wachache na umaskini mwingi katika mengi, mengi. Na huu ndio umasikini wa watu wengi ambao ni wahanga wa ukosefu wa haki wa kimuundo wa uchumi wa ulimwengu. Na kuna watu wengi masikini ambao wanaona aibu kuonyesha kwamba hawafiki mwisho wa mwezi; watu wengi masikini wa tabaka la kati, ambao huenda kwa siri kwa Caritas na kuuliza kwa siri na kujisikia aibu. Masikini ni wengi [kuliko] matajiri; sana, sana… Na kile Yesu anasema ni kweli: “Maskini mnao sikuzote”. Lakini ninawaona? Je! Ninaona ukweli huu? Hasa ukweli uliofichika, wale ambao wana aibu kusema hawafiki mwisho wa mwezi¹².
Utayari wa kushiriki katika mateso ya wale ambao wamekumbwa na janga hili¹³, lazima ufungue tafakari yetu juu ya ndugu ambao wanaugua magonjwa mengine mengi kama vile njaa ya ulimwengu world.
Basi, uzoefu huu wa janga unaweza kuwa fursa ya kufafanua chaguzi zetu tena na usirudi katika kile kinachoitwa hamu ya kaburi:
Hata leo, mbele ya ijayo – tunatumai kuwa hivi karibuni – mwisho unaofuata wa janga hili, kuna chaguo sawa: ama dau letu litakuwa la maisha, kwa ufufuo wa watu au itakuwa kwa mungu wa pesa: kurudi kwenye kaburi la njaa, utumwa, vita, viwanda vya silaha, watoto wasio na elimu… kuna kaburi¹⁵.
Bila shaka, ile ya janga ni uzoefu wa shida ya kijamii, kama nyakati zingine nyingi za shida: ndoa, familia, kazi. Jinsi ya kuguswa wakati wa shida?
Katika ardhi yangu kuna msemo usemao: “Unapopanda farasi na lazima uvuke mto, tafadhali usibadilishe farasi katikati ya mto”. […] Ni wakati wa uaminifu, wa uaminifu kwa Mungu, wa uaminifu kwa mambo [maamuzi] ambayo tumechukua kutoka hapo awali. Pia ni wakati wa wongofu, kwa sababu uaminifu huu, ndiyo, utatuhamasisha kubadilika kwa mema, sio kututenga na mema¹⁶.
Je! Jukumu la watu wa Mungu ni lipi, neno la kawaida zaidi, labda haishangazi, katika hawa jamaa a

Santa Marta?

Ukristo sio maadili tu, sio tu wasomi wa watu waliochaguliwa kutoa ushahidi wa imani.
Muumini lazima apate hali ya harufu na apate kumbukumbu ya kuwa wa watu wa Mungu. Pata dhamiri
ya watu:
Wakati hii inakosekana, kuna mafundisho ya kimapenzi, maadili, maadili, harakati za wasomi. Watu wamekosa¹⁷.
Picha moja ambayo itabaki kuvutia zaidi katika mzunguko huu wa familia ni ile ya Kanisa kama mto ambao mikondo yote tofauti ina haki ya kuwapo.
Tunaamini hii ni madai yaliyotolewa kujibu wale wote wanaodai madai kwenye ukingo wa mgawanyiko au kulalamika juu ya kutowezekana kwa kukaa pamoja kwa roho tofauti, jadi au maendeleo.
Hapa Francis anaendelea kukumbuka kuwa kazi ya mgawanyiko, ya kugawanyika kati ya vyama (mimi ni wa Paul, mimi ni wa Apollo …) inajionyesha kama ugonjwa wa kweli kwa Kanisa.
Kanisa ni kama mto, unajua? Wengine wako zaidi upande huu, wengine upande wa pili, lakini jambo la muhimu ni kwamba kila mtu yuko ndani ya mto “. Huu ni umoja wa Kanisa. Hakuna mtu nje, kila mtu ndani. Halafu, na upendeleo: hii haigawanyika, sio itikadi, ni halali. Lakini kwa nini Kanisa lina upana wa mto? Ni kwa sababu Bwana anataka iwe hivyo¹⁸.
Tunafunga nukuu hii na mahubiri muhimu ya Machi 18 ambayo Francis anatukumbusha hiyo
Mungu wetu ni Mungu wa ukaribu, ni Mungu anayetembea na watu wake. […] Mwanadamu hukataa ukaribu wa Mungu, anataka kuwa bwana wa uhusiano na ukaribu daima huleta udhaifu fulani. [ …] “Mungu aliye karibu” huwa dhaifu, na kadiri anavyokaribia, ndivyo anaonekana dhaifu […]
Mungu wetu yuko karibu na anatuuliza tuwe karibu na kila mmoja, sio kuzunguka mbali kutoka kwa kila mmoja. Na katika wakati huu wa shida kwa sababu ya janga tunalopata, ukaribu huu unatuuliza tuuonyeshe zaidi, uuonyeshe zaidi. Hatuwezi, labda, kutusogelea kwa mwili kwa kuogopa kuambukiza, lakini tunaweza kuamsha ndani yetu tabia ya ukaribu kati yetu: kwa sala, kwa msaada, njia nyingi za ukaribu. Na kwa nini tunapaswa kuwa karibu na kila mmoja? Kwa sababu Mungu wetu yuko karibu, alitaka kuandamana nasi maishani. Yeye ni Mungu wa ukaribu. Kwa sababu hii, sisi sio watu waliotengwa: tuko karibu, kwa sababu urithi ambao tumepokea kutoka kwa Bwana ni ukaribu, ambayo ni ishara ya ukaribu¹⁹.
Miezi michache baada ya kuanza kwa janga hilo, kusoma tena maneno ya Fransisco ni fursa nzuri ya kuelewa mambo na kuhimiza kila mtu kujenga ulimwengu bora.
——————————————————————————-
1 Vatican News, Ukaribu wa Papa: Misa ya Santa Marta huishi kila siku, kwa https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/coronavirus-papa-francesco-messa-santa-marta -kila siku.html
2 Tazama FRANCIS, Imani lazima ipelekwe, inapaswa kutolewa, haswa na shahidi, 25 Aprili 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200425_testimoniare -lafede-conlavita.html
3 ID., Bila ushuhuda na maombi haiwezekani kuhubiri kitume, Aprili 30, 2020, kwa http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200430_testimonianza-e- sala.html
4 Angalia kitambulisho., Ufupi na unyenyekevu wa watoto, 29 Aprili 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200429_laconcretezza-dellaverita.html
5 Angalia kitambulisho. Vumilia katika huduma, 7 Aprili 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200407_perseverare-nelservizio.html
6 Angalia kitambulisho., Vipimo vitatu vya maisha ya Kikristo: uchaguzi, ahadi, agano, Aprili 2, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco- cotidie_20200402_letre-vipimo-vya-maisha.html
7 ID., Tumaini rehema ya Mungu, Machi 30, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200330_pregare-peril-perdono.html
8 Tazama kitambulisho., Kupiga gumzo kidogo kwa kila siku, 28 Aprili 2020, kwenye http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200428_laverita-dellatestimonianza.html
9 Angalia kitambulisho., Ujasiri wa kuwa kimya, Machi 27, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200327_ilcoraggio-ditacere.html
Kitambulisho cha 10, Yuda, uko wapi?, 8 Aprili 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200408_tra-lealta-e-interesse.html
11 Cf ID., Kazi ni wito wa mtu, 1 Mei 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200501_illavoro-primavocazione- ya mtu.html
Kitambulisho cha 12, Kumtafuta Yesu kwa maskini, 6 Aprili 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200406_la-poverta-nascosta.html
13 Angalia kitambulisho., Jumapili ya machozi, Machi 29, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200329_lagrazia-dipiangere.html
14 Angalia kitambulisho., Siku ya udugu, siku ya toba na sala, Mei 14, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200514_giornodi-fratellanza – sala-sala.html
Kitambulisho cha 15, Chagua tangazo ili usiingie kwenye makaburi yetu, 13 Aprili 2020, kwa http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200413_annunciare-cristo- vivoerisorto.html
Kitambulisho cha 16, Kujifunza kuishi wakati wa shida, 2 Mei 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200502_lecrisi-occasioni-diconversione.html
Kitambulisho cha 17, Kuwa Mkristo ni mali ya watu wa Mungu, 7 Mei 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200507_consapevoli-diessere-popolodidio. html
Kitambulisho cha 18, Sote tuna Mchungaji mmoja: Yesu, 4 Mei 2020, kwa http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200504_cristo-unicopastore.html
Kitambulisho cha 19, Mungu wetu yuko karibu na anatuuliza tuwe karibu na kila mmoja, Machi 18, 2020, katika http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa -francesco-cotidie_20200318_pergli-operesheni ya usalama.html

Categorie
Uncategorized

Два месяца в Санта-Марте

Два месяца в Санта-Марте

Размышления о содержании проповедей в Санта-Марте во время изоляции

Алессандро Манфриди

09.04.2020

С 9 марта по 17 мая 2020 года из часовни Санта-Марты в прямом эфире транслировалось 64 евхаристических празднования епископа Рима.
По его явной воле, эти празднования, которые с самого начала его служения превратились в семейную встречу с небольшим количеством верующих, принявших в них участие (тысячи за последние годы), и которые он никогда не хотел предавать огласке в едином и всеобъемлющем виде. direct, вместо этого были открыты в этот период для всех, кто хотел принять участие через потоковую ссылку, передаваемую средствами массовой информации Ватикана в различные связанные с ними сети.
Таким образом Папа намеревался показать свою близость «к больным этой эпидемией коронавируса, врачам, медсестрам, волонтерам, которые так много помогают, членам семьи, пожилым людям, которые находятся в домах престарелых, заключенным, которые они заперты »¹.
Это назначение, которое совпало со значительным временем, таким как то, которое литургия предлагает каждый год, сначала с Великим постным путешествием, а затем с Пасхой, было разделено в контексте столь же критического, сколь и неожиданного, как пандемия и последующая принудительная изоляция из-за изоляции. .
Исходя из определенного контекста, например, из проповедей, объясняющих библейское прочтение евхаристической литургии, Франциск передал много содержания, указаний, предложений и увещеваний, которые приветствовались и ценились не только теми, кто подключался к сети или по телевидению. В прямом эфире, но также и от тех, кто узнал об этом благодаря средствам массовой информации и новостям, которые в те дни сообщали о некоторых размышлениях, транслируемых Санта-Мартой.
Давайте попробуем рассмотреть некоторые из этих отрывков, которые, по нашему мнению, важно приветствовать и развивать.
Какие темы были самыми популярными за эти два месяца в Санта-Марте?
Просматривая все проповеди, мы нашли слова, которые встречаются более чем в одной проповеди, и записали среди них 106 записей.
Наиболее часто встречающиеся термины, не считая имен: Сын, Отец и Святой Дух, – это слова дьявол (в девяти проповедях), Церковь (10), Закон (10), грех (12), сердце (16), народ Божий. (17); мы также объединили слова вера, доверие, верность, верь, доверие, отметив их повторение в 21 проповеди.
Какие признаки появляются у тех, кто живет верой?
Вера должна быть передана, предложена, но не поддаваться искушению любого прозелитизма: пути – это свидетельство и служение; одежда смирения. Всякий прозелитизм ведет к коррупции².
Относительно воплощения свидетельства веры Франциск утверждает:
Вы можете создать больницу, образовательную структуру большого совершенства, большого развития, но если в ней нет христианского свидетельства, ваша работа не будет работой свидетельства, работой истинного проповеди Иисуса: это будет благотворительность, очень хорошо – очень хорошо! – но не более3.
Эти слова кажутся ответом всем тем, кто обвиняет епископа Рима в продвижении видения, пренебрегающего приматом веры, с предложением Церкви создать «полевой госпиталь». Франциск призывает нас быть осторожными и основывать свое обязательство проповедовать веру на биномиальном свидетельстве и молитве.
Вера характеризуется конкретностью, которая выражается в различных ее аспектах: конкретность истины, конкретность смирения, благодать простоты ».
Служение – это особенная черта, присутствующая в «удостоверении личности» последователя Иисуса, и именно этот стиль ведет к строительству и строительству в соответствии с призывом к избранию, переданным в проповеди во вторник Страстной недели. Настойчивость в обслуживании – это основа⁵.
Библейские концепции избрания, обещания и завета вспоминаются в проповеди от 2 апреля.
Франциск также заявляет: горе лицемерам и развращенным. Бог действительно
развращенным он не прощает, просто потому, что развращенные не могут просить прощения, он пошел дальше. Он устал… нет, он не устал: он не способен. Коррупция также лишила его способности стыдиться и просить прощения. Нет, коррупция в безопасности, она продолжается, она разрушает, эксплуатирует людей, таких как эта женщина, все, все… это продолжается. Он поставил себя на место Бога.
Одно из самых пагубных и деструктивных настроений, противоположных посланию Евангелия, – это ропот, жалобы, болтовня, который превращается в настоящее социальное линчевание, доходящее до того, что опровергает истину клеветой и ложными новостями, которые в случае их распространения затягивают масс, что также приводит к кровавому насилию.
В дополнение к примерам Иисуса и Стефана и христианских мучеников всех времен у нас есть современная драма Холокоста.
Столкнувшись с этой смертоносной ситуацией, характеризующейся разрушительной настойчивостью, Иисус передал нам пример мужества молчать: противостоять гневу только молчанием, а не оправданием.
Жестокое обращение с людьми не ограничивается ропотом и яростью, ведущими к физическому насилию, но трагически актуализируется каждой формой несправедливости, которая выходит за рамки отдельных обществ и принимает универсальные масштабы.
Мастерской в ​​этом отношении является проповедь в Страстную среду с чтением предательства рядом с продажей нашего ближнего.
Когда мы думаем о продаже людей, мы думаем о торговле рабами из Африки, чтобы переправить их в Америку – старая вещь, – затем торговля, например, езидскими девушками, проданными Даиш: но это далекая вещь, это одно … Даже сегодня люди продаются. Каждый день. Есть Иуда, которые продают своих братьев и сестер: эксплуатируют их в работе, не платят должным, не признают своих обязанностей … Действительно, они часто продают самые дорогие вещи. Я думаю, что для большего комфорта мужчина может оттолкнуть родителей и больше их не видеть; держать их в безопасности в доме престарелых и не ходить к ним … это продает. Есть очень распространенная поговорка, когда, говоря о таких людях, говорится, что «это способно продать свою мать»: а они ее продают. Сейчас они спокойны, снимаются: «Береги их …».
Сегодня человеческая торговля похожа на то, что было раньше: это сделано. Почему это? Почему: это сказал Иисус. Он дал деньги господину. Иисус сказал: «Богу и деньгам не служить» (ср. Лк 16:13), двое господ. Это единственное, что поднимает Иисус, и каждый из нас должен выбрать: служить Богу, и вы будете свободны в поклонении и служении; или служи деньгам, и будешь рабом денег. Это вариант; и многие люди хотят служить Богу и деньгам. А этого сделать нельзя. В конце концов, они делают вид, что служат Богу ради денег. Это скрытые эксплуататоры, которые безупречны в социальном плане, но они ведут дела под столом, даже с людьми: это не имеет значения. Человеческая эксплуатация – это продажа ближнего … есть шаг воровать, чтобы предать, малышка. Те, кто слишком любит деньги, всегда обманывают, чтобы получить больше: это правило, это факт ».
Только подумайте о несправедливостях, которые лишают человека достоинства, навязывая условия труда, которые являются реальными ситуациями рабства ».
Проповедь от 6 апреля трогает совесть:
Эта история о неверном администраторе всегда актуальна, всегда есть, даже на высоком уровне: давайте подумаем о каких-то благотворительных или гуманитарных организациях, у которых много сотрудников, много, у которых очень богатый состав людей, и в конце концов она достигает сорок процентов бедных, потому что шестьдесят – это зарплата стольких людей. Это способ отнять деньги у бедных. Но ответ – Иисус. И здесь я хочу остановиться: «Бедные всегда с вами» (Иоанна 12,8). Это правда: «На самом деле, с тобой всегда бедные». Есть бедняки. Их много: мы видим бедных, но это самая маленькая часть; большое количество бедных – это те, кого мы не видим: скрытые бедняки. И мы не видим их, потому что приходим в эту культуру безразличия, которая является отрицательной, и мы отрицаем: «Нет, нет, их немного, их нельзя увидеть; да, тот случай… », всегда умаляя реальное положение бедных. Но их очень много.
Или даже, если мы не вступаем в эту культуру безразличия, у нас есть привычка рассматривать бедняков как украшения города: да, есть, как статуи; да, есть, их видно; да, та старушка, которая просит милостыню, та другая … Но как будто это нормальное явление. Жить бедным – часть городского убранства. Но подавляющее большинство – бедные жертвы экономической политики, финансовой политики. Некоторые последние статистические данные резюмируют это следующим образом: в руках немногих много денег, а у многих и многих много бедных. И это бедность многих людей, ставших жертвами структурной несправедливости мировой экономики. И есть много бедняков, которым стыдно показывать, что они не доживают до конца месяца; много бедных представителей среднего класса, которые тайком ходят в Каритас, тайно спрашивают и стыдятся. Бедных намного [многочисленнее], чем богатых; очень, очень … И то, что Иисус говорит, верно: «Бедные всегда с вами». Но я их вижу? Я замечаю эту реальность? Особенно о скрытой реальности, тех, кто стыдится сказать, что не доживает до конца месяца »².
Готовность участвовать в страданиях тех, кто пострадал от этой пандемии ¹ ¹, должна открыть нам размышления о братьях, которые страдают от многих других пандемий, таких как пандемия голода в мире ».
Пусть этот опыт пандемии станет возможностью пересмотреть наши возможности и не возвращаться к тому, что называется ностальгией по гробнице:
Даже сегодня, в преддверии следующего – мы надеемся, что это произойдет в ближайшее время – следующего конца этой пандемии, есть тот же вариант: либо наша ставка будет на жизнь, на воскрешение народов, либо на бога денег: вернуться в могилу голод, рабство, войны, оружейные заводы, дети без образования… вот и гроб ».
Несомненно, что пандемия – это опыт социального кризиса, как и многие другие кризисные периоды: браки, семьи, работа. Как реагировать в кризисные моменты?
В моей стране есть поговорка: «Когда ты едешь верхом на лошади и тебе нужно перейти реку, пожалуйста, не меняйте лошадь посреди реки». […] Это момент верности, верности Богу, верности вещам [решениям], которые мы приняли ранее. Это также момент обращения, потому что эта верность, да, вдохновит нас измениться к лучшему, а не отдалить нас от хорошего ».
Какова роль народа Божьего? Это более общий термин, что неудивительно, в этих проповедях:

Санта-Марта?

Христианство – это не просто этика, это не просто элита людей, избранных свидетельствовать о вере.
Верующий должен испытать обоняние и испытать воспоминание о принадлежности к народу Божьему. Обрести совесть
людей:
Когда этого не хватает, появляются догматики, морализм, этика, элитарные движения. Люди пропали ».
Один из образов, который останется наиболее впечатляющим в этом цикле проповедей, – это образ Церкви как реки, в которой имеют право присутствовать все различные течения.
Мы считаем, что это утверждение сделано в ответ всем тем, кто заявляет о своих претензиях на пределы раскола или жалуется на невозможность сожительства разных душ, традиционалистских или прогрессивных.
Здесь Франциск продолжает напоминать, что работа по разделению, раздроблению между партиями (я Павел, я Аполлон …) представляет собой настоящую болезнь для Церкви.
Знаете, церковь похожа на реку? Кто-то больше на этой стороне, кто-то на другой стороне, но важно то, что все находятся внутри реки ». В этом единство Церкви. Никого снаружи, все внутри. Потом с особенностями: это не разделяет, это не идеология, это законно. Но почему у Церкви такая широта реки? Это потому, что этого хочет Господь ».
Мы завершаем этот диапазон цитат важной проповедью от 18 марта, в которой Фрэнсис напоминает нам, что
Наш Бог – Бог близости, он – Бог, который ходит со своим народом. […] Человек отвергает Божью близость, он хочет быть хозяином отношений, а близость всегда приносит с собой некоторую слабость […]. …] “Бог рядом” становится слабее, и чем ближе он подходит, тем слабее он кажется […]
Наш Бог близок и просит нас быть ближе друг к другу, а не отдаляться друг от друга. И в момент кризиса из-за пандемии, которую мы переживаем, эта близость просит нас показать это больше, показать это больше. Возможно, мы не можем приблизиться к нам физически из-за страха заражения, но мы можем пробудить в себе отношение близости между нами: с помощью молитвы, с помощью, разными способами сближения. И почему мы должны быть рядом друг с другом? Поскольку наш Бог рядом, он хотел сопровождать нас по жизни. Он Бог близости. По этой причине мы не изолированные люди: мы близки, потому что наследство, которое мы получили от Господа, – это близость, то есть жест близости ».
Через несколько месяцев после начала пандемии перечитывание слов Фрэнсиса – это ценная возможность разобраться в событиях и воодушевить всех на построение лучшего мира.
——————————————————————————-
1 Новости Ватикана, Близость Папы: месса в Санта-Марте проходит каждый день, https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/coronavirus-papa-francesco-messa-santa-marta -every-day.html
2 См. FRANCIS, Вера должна передаваться, она должна быть предложена, особенно со свидетелем, 25 апреля 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200425_testimoniare -lafede-conlavita.html
3 ИД., Апостольская проповедь невозможна без свидетельства и молитвы, 30 апреля 2020 г., по адресу http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200430_testimonianza-e- молитва.html
4 См. ID., Конкретность и простота самых маленьких, 29 апреля 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200429_laconcretezza-dellaverita.html
5 См. ID., Упорство в служении, 7 апреля 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200407_perseverare-nelservizio.html
6 См. ID., Три измерения христианской жизни: избрание, обещание, завет, 2 апреля 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco- cotidie_20200402_letre-sizes-of-life.html
7 ID., Доверие к Божьей милости, 30 марта 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200330_pregare-peril-perdono.html
8 См. ID., Маленькая ежедневная линчевание болтовни, 28 апреля 2020 г., http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200428_laverita-dellatestimonianza.html
9 См. ID., «Мужество молчать», 27 марта 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200327_ilcoraggio-ditacere.html.
10 И.Д., Иуда, где ты?, 8 апреля 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200408_tra-lealta-e-interesse.html
11 См. И.Д., Работа – это призвание человека, 1 мая 2020 г., http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200501_illavoro-primavocazione- из man.html
12 ID., В поисках Иисуса в бедных, 6 апреля 2020 г., http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200406_la-poverta-nascosta.html
13 См. ID., Воскресенье слез, 29 марта 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200329_lagrazia-dipiangere.html
14 См. ID., День братства, день покаяния и молитвы, 14 мая 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200514_giornodi-fratellanza – покаяние-молитва.html
15 ID., Выберите объявление, чтобы не попасть в наши гробницы, 13 апреля 2020 г., по адресу http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200413_annunciare-cristo- vivoerisorto.html
16 ID., Учимся жить в моменты кризиса, 2 мая 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200502_lecrisi-occasioni-diconversione.html
17 ИД., Быть христианином – значит принадлежать к народу Божьему, 7 мая 2020 г., http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200507_consapevoli-diessere-popolodidio. html
18 ID., У всех нас есть один пастырь: Иисус, 4 мая 2020 г., http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200504_cristo-unicopastore.html
19 И.Д., Бог наш близок и просит нас быть ближе друг к другу, 18 марта 2020 г., в http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa -francesco-cotidie_20200318_pergli-operatorisanitari.html

Categorie
Uncategorized

Deux mois à Santa Marta

Deux mois à Santa Marta

Réflexion sur le contenu des homélies à Santa Marta pendant le lock-out

Alessandro Manfridi

04/09/2020

Il y a eu 64 célébrations eucharistiques de l’évêque de Rome retransmises en direct de la chapelle de Santa Marta, du 9 mars au 17 mai 2020.
Par sa volonté explicite, ces célébrations, qui depuis le début de son ministère ont fait une rencontre de famille avec un petit nombre de fidèles qui y ont participé (des milliers ces dernières années) et qu’il n’avait jamais voulu rendre publique dans une intégrale direct, étaient plutôt ouverts à cette période à tous ceux qui voulaient participer à travers le lien de streaming transmis par les médias du Vatican aux différents réseaux qui leur étaient connectés.
De cette manière, le Pape entendait montrer sa proximité «aux malades de cette épidémie de coronavirus, aux médecins, aux infirmières, aux bénévoles qui aident tant, aux membres de la famille, aux personnes âgées qui sont en maison de retraite, aux détenus qui ils sont enfermés »¹.
Ce rendez-vous, qui coïncidait avec un moment significatif comme celui que la liturgie propose chaque année avec le chemin du Carême d’abord puis avec Pâques, a été partagé dans un contexte aussi critique qu’inattendu que celui de la pandémie et de l’isolement forcé qui en a résulté en raison du verrouillage. .
Partant d’un contexte spécifique comme celui des homélies qui expliquent les lectures bibliques de la liturgie eucharistique, François a transmis de nombreux contenus, indications, suggestions et exhortations, qui ont été bien accueillis et appréciés non seulement par ceux qui se connectaient sur le réseau ou via la télévision. En direct mais aussi de ceux qui l’ont appris grâce aux médias et aux informations qui à l’époque rapportaient quelques réflexions diffusées par Santa Marta.
Essayons de reprendre certains de ces passages que nous croyons importants à accueillir et à développer.
Quels ont été les sujets les plus populaires au cours de ces deux mois à Santa Marta?
En parcourant toutes les homélies, nous avons trouvé les mots qui figuraient dans plus d’une homélie et nous avons enregistré 106 éléments parmi eux.
Les termes qui apparaissent le plus – en laissant de côté les noms: Fils, Père et Saint-Esprit – sont les mots diable (en neuf homélies), Église (10), Loi (10), péché (12), cœur (16), peuple de Dieu (17); nous avons également combiné les mots foi, confiance, fidélité, croire, confiance, notant leur récurrence dans 21 homélies.
Quelles sont les indications qui émergent pour ceux qui vivent l’engagement de la foi?
La foi doit être transmise, offerte mais sans tomber dans la tentation d’aucun prosélytisme: les voies sont témoignage et service; le vêtement celui de l’humilité. Tout prosélytisme conduit à la corruption².
Concernant la mise en œuvre du témoignage de foi, François affirme:
Vous pouvez faire un hôpital, une structure éducative d’une grande perfection, d’un grand développement, mais si une structure est sans témoignage chrétien, votre travail il n’y aura pas un travail de témoignage, un travail de vraie prédication de Jésus: ce sera une charité, très bien très bien! – mais rien de plus³.
Ces paroles semblent une réponse à tous ceux qui accusent l’évêque de Rome de promouvoir une vision qui négligerait la primauté de la foi avec la proposition de l’Église comme «hôpital de campagne». François nous invite à la prudence et à fonder l’engagement de prêcher la foi sur le témoignage binomial et la prière.
La foi se caractérise par le caractère concret qui se dessine dans ses différents aspects: le concret de la vérité, le concret de l’humilité, la grâce de la simplicité ».
Le service est le trait particulier présent dans la “carte d’identité” du disciple de Jésus et c’est ce style qui conduit à construire et construire selon l’appel de l’élection, tel que transmis dans l’homélie du mardi de la semaine sainte. La persévérance au service est fondamentale⁵.
Les concepts bibliques d’élection, de promesse et d’alliance sont rappelés dans l’homélie du 2 avril.
François déclare aussi: malheur aux hypocrites et aux corrompus. Dieu en effet
au corrompu il ne pardonne pas, simplement parce que le corrompu est incapable de demander pardon, il est allé plus loin. Il est fatigué… non, il n’est pas fatigué: il n’est pas capable. La corruption l’a également privé de la capacité dont nous avons tous à avoir honte, à demander pardon. Non, le corrompu est en sécurité, ça continue, ça détruit, ça exploite les gens, comme cette femme, tout, tout… ça continue. Il s’est mis à la place de Dieu.
L’une des attitudes les plus délétères et destructrices, opposée au message évangélique, est celle de murmurer, de se plaindre, de bavarder, qui devient un véritable lynchage social, allant jusqu’à renverser la vérité par des calomnies et des fausses nouvelles qui, si elles se répandent, entraînent masses, entraînant également des formes de violence sanglante.
En plus des exemples de Jésus et d’Etienne et des martyrs chrétiens de tous les temps, nous avons le drame contemporain de l’Holocauste.
Face à cette situation mortelle, qui se caractérise par une persistance destructrice, l’exemple que nous a transmis Jésus est celui du courage de se taire: ne s’opposer à la fureur qu’avec le silence, jamais avec la justification.
Les abus humains ne s’arrêtent pas aux murmures et à la fureur qui conduisent à la violence physique, mais sont tragiquement actualisés par toute forme d’injustice qui dépasse les sociétés individuelles pour prendre des dimensions universelles.
Maîtrise à cet égard est l’homélie du mercredi saint avec la lecture de la trahison à côté de la vente de notre voisin.
Quand on pense vendre des gens, on pense au commerce fait avec des esclaves d’Afrique pour les amener en Amérique – une vieille chose – puis au commerce, par exemple, des filles yézidies vendues à Daech: mais c’est une chose lointaine, c’est une chose … Même aujourd’hui, les gens sont vendus. Tous les jours. Il y a des Judas qui vendent leurs frères et sœurs: les exploiter dans leur travail, ne pas payer le droit, ne pas reconnaître leurs devoirs… En effet, ils vendent souvent les choses les plus chères. Je pense que pour être plus à l’aise, un homme est capable de repousser ses parents et de ne plus les voir; gardez-les en sécurité dans une maison de retraite et n’allez pas les voir… ça se vend. Il y a un dicton très répandu qui, en parlant de gens comme ça, dit que «c’est capable de vendre sa mère»: et ils la vendent. Maintenant, ils sont calmes, ils sont écartés: “Tu prends soin d’eux …”.
Aujourd’hui, le commerce humain est comme au début: c’est fait. Pourquoi est-ce? Pourquoi: Jésus l’a dit. Il a donné de l’argent à un seigneur. Jésus a dit: “Dieu et l’argent ne peuvent être servis” (cf. Lc 16, 13), deux messieurs. C’est la seule chose que Jésus soulève et chacun de nous doit choisir: o servir Dieu, et vous serez libre d’adoration et de service; ou servez de l’argent, et vous serez esclave de l’argent. C’est l’option; et beaucoup de gens veulent servir Dieu et l’argent. Et cela ne peut pas être fait. En fin de compte, ils prétendent servir Dieu pour servir l’argent. Ce sont les exploiteurs cachés qui sont socialement impeccables, mais sous la table, ils font des affaires, même avec les gens: peu importe. L’exploitation humaine vend votre voisin … il y a un pas à voler pour trahir, petit. Ceux qui aiment trop l’argent trichent pour en avoir plus, toujours: c’est une règle, c’est un fait ».
Pensez simplement aux injustices qui nient la dignité de l’homme en imposant des conditions de travail qui sont de véritables situations d’esclavage ».
L’homélie du 6 avril touche la conscience:
Cette histoire de l’administrateur infidèle est toujours d’actualité, il y en a toujours, même à un niveau élevé: pensons à certaines organisations caritatives ou humanitaires qui ont beaucoup d’employés, beaucoup, qui ont une structure de personnes très riche et au final cela atteint le quarante pour cent pauvres, parce que soixante, c’est payer le salaire de tant de gens. C’est une façon de prendre de l’argent aux pauvres. Mais la réponse est Jésus, et ici je veux m’arrêter: “Vous avez toujours les pauvres avec vous” (Jn 12,8). C’est une vérité: “En fait, vous avez toujours les pauvres avec vous”. Les pauvres sont là. Il y en a beaucoup: il y a les pauvres que nous voyons, mais c’est la plus petite partie; le grand nombre de pauvres sont ceux que nous ne voyons pas: les pauvres cachés. Et on ne les voit pas parce qu’on entre dans cette culture de l’indifférence qui est négationniste et on nie: «Non, non, il n’y en a pas beaucoup, on ne les voit pas; oui, ce cas… », diminuant toujours la réalité des pauvres. Mais il y en a beaucoup, beaucoup.
Ou même, si l’on n’entre pas dans cette culture de l’indifférence, on a l’habitude de voir les pauvres comme des ornements d’une ville: oui, il y en a, comme des statues; oui, il y en a, on les voit; oui, cette vieille femme qui demande l’aumône, l’autre … Mais comme si c’était une chose normale. Cela fait partie de l’ornementation de la ville d’avoir des pauvres. Mais la grande majorité sont les pauvres victimes des politiques économiques, des politiques financières. Certaines statistiques récentes résument cela comme suit: il y a beaucoup d’argent entre les mains de quelques-uns et beaucoup de pauvreté dans beaucoup, beaucoup. Et c’est la pauvreté de tant de gens qui sont victimes de l’injustice structurelle de l’économie mondiale. Et il y a beaucoup de pauvres qui ont honte de montrer qu’ils n’arrivent pas à la fin du mois; beaucoup de gens pauvres de la classe moyenne qui vont secrètement à Caritas et demandent secrètement et ont honte. Les pauvres sont beaucoup plus [nombreux] que les riches; très, beaucoup… Et ce que dit Jésus est vrai: «En fait, vous avez toujours les pauvres avec vous». Mais est-ce que je les vois? Est-ce que je remarque cette réalité? Surtout de la réalité cachée, ceux qui ont honte de dire qu’ils n’arrivent pas à la fin du mois¹².
La volonté de participer à la souffrance de ceux qui ont été touchés par cette pandémie¹³, doit ouvrir notre réflexion sur les frères qui souffrent de nombreuses autres pandémies comme celle de la faim dans le monde¹⁴.
Que cette expérience de pandémie devienne donc l’occasion de redéfinir nos options et de ne pas retomber dans ce qu’on appelle la nostalgie du sépulcre:
Même aujourd’hui, devant la prochaine – on espère que ce sera bientôt – la prochaine fin de cette pandémie, il y a la même option: soit notre pari sera pour la vie, pour la résurrection des peuples ou ce sera pour le dieu de l’argent: retourner au tombeau de la faim, l’esclavage, les guerres, les usines d’armes, les enfants sans éducation… il y a le sépulcre.
Sans aucun doute, celle de la pandémie est une expérience de crise sociale, comme de nombreuses autres périodes de crise: mariages, familles, travail. Comment réagir dans les moments de crise?
Dans mon pays, il y a un dicton qui dit: “Quand tu vas à cheval et que tu dois traverser une rivière, s’il te plaît ne change pas de cheval au milieu de la rivière”. […] C’est le moment de fidélité, de fidélité à Dieu, de fidélité aux choses [décisions] que nous avons prises auparavant. C’est aussi le moment de la conversion, car cette fidélité, oui, nous incitera à changer pour le bien, non à nous éloigner du bien ».
Quel est le rôle du peuple de Dieu, terme plus courant, peut-être pas par hasard, dans ces homélies?

Santa Marta?

Le christianisme n’est pas seulement une éthique, ce n’est pas seulement une élite de personnes choisies pour témoigner de la foi.
Le croyant doit éprouver le sens de l’odorat et éprouver le souvenir d’appartenir au peuple de Dieu. Acquérir une conscience
de personnes:
Quand cela fait défaut, il y a des dogmatismes, des moralismes, des éthiques, des mouvements élitistes. Les gens ont disparu.
Une des images qui restera la plus marquée dans ce cycle d’homélies est celle de l’Église en tant que fleuve dans lequel tous les différents courants ont le droit d’être présents.
Nous pensons qu’il s’agit d’une affirmation faite en réponse à tous ceux qui prétendent revendiquer les limites du schisme ou se plaignent de l’impossibilité de cohabitation d’âmes différentes, traditionalistes ou progressistes.
Ici François continue de rappeler que le travail de division, de fragmentation entre les partis (je suis Paul, je suis Apollon …) se présente comme une vraie maladie pour l’Église.
L’église est comme une rivière, tu sais? Certains sont plus de ce côté, certains de l’autre côté, mais l’important est que tout le monde soit à l’intérieur de la rivière “. Telle est l’unité de l’Église. Personne à l’extérieur, tout le monde à l’intérieur. Ensuite, avec les particularités: cela ne divise pas, ce n’est pas de l’idéologie, c’est légitime. Mais pourquoi l’Église a-t-elle cette largeur de fleuve? C’est parce que le Seigneur le veut ainsi ».
Nous clôturons cette série de citations par l’homélie significative du 18 mars dans laquelle François nous rappelle que
Notre Dieu est le Dieu de la proximité, c’est un Dieu qui marche avec son peuple. […] L’homme rejette la proximité de Dieu, il veut être le maître des relations et la proximité apporte toujours une certaine faiblesse. [ …] Le «Dieu proche» devient faible, et plus il se rapproche, plus il semble faible […]
Notre Dieu est proche et nous demande d’être proches les uns des autres, de ne pas s’éloigner les uns des autres. Et dans ce moment de crise dû à la pandémie que nous vivons, cette proximité nous demande de le montrer davantage, de le montrer davantage. Nous ne pouvons peut-être pas nous approcher physiquement par crainte de contagion, mais nous pouvons éveiller en nous une attitude de proximité entre nous: avec la prière, avec de l’aide, de nombreuses voies de proximité. Et pourquoi devons-nous être proches les uns des autres? Parce que notre Dieu est proche, il a voulu nous accompagner dans la vie. Il est le Dieu de la proximité. Pour cette raison, nous ne sommes pas des personnes isolées: nous sommes proches, car l’héritage que nous avons reçu du Seigneur est la proximité, c’est-à-dire le geste de proximité ».
Quelques mois après le début de la pandémie, relire les paroles de François est une occasion précieuse de donner un sens aux événements et d’encourager chacun à construire un monde meilleur.
———————————————————————————
1 Vatican News, La proximité du Pape: La messe de Santa Marta en direct tous les jours, à https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/coronavirus-papa-francesco-messa-santa-marta -every-day.html
2 Voir FRANCIS, La foi doit être transmise, elle doit être offerte, notamment avec témoignage, 25 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200425_testimoniare -lafede-conlavita.html
3 ID., Sans témoignage ni prière, il n’est pas possible de faire de la prédication apostolique, 30 avril 2020, à http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200430_testimonianza-e- prière.html
4 Voir ID., Le concret et la simplicité des petits, 29 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200429_laconcretezza-dellaverita.html
5 Voir ID., Persevere in the service, 7 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200407_perseverare-nelservizio.html
6 Voir ID., Les trois dimensions de la vie chrétienne: élection, promesse, alliance, 2 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco- cotidie_20200402_letre-dimensions-de-vie.html
7 ID., Confiance en la miséricorde de Dieu, 30 mars 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200330_pregare-peril-perdono.html
8 Voir ID., The little daily lynching of bavardage, 28 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200428_laverita-dellatestimonianza.html
9 Voir ID., The courage to be silent, 27 mars 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200327_ilcoraggio-ditacere.html
10 ID., Judas, où es-tu?, 8 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200408_tra-lealta-e-interesse.html
11 Voir ID., Le travail est la vocation de l’homme, 1er mai 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200501_illavoro-primavocazione- de man.html
12 ID., À la recherche de Jésus dans les pauvres, 6 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200406_la-poverta-nascosta.html
13 Voir ID., Dimanche des larmes, 29 mars 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200329_lagrazia-dipiangere.html
14 Voir ID., Jour de la fraternité, jour de pénitence et de prière, 14 mai 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200514_giornodi-fratellanza – pénitence-prière.html
15 ID., Choisissez l’annonce pour ne pas tomber dans nos tombes, 13 avril 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200413_annunciare-cristo- vivoerisorto.html
16 ID., Apprendre à vivre dans les moments de crise, 2 mai 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200502_lecrisi-occasioni-diconversione.html
17 ID., Être chrétien, c’est appartenir au peuple de Dieu, 7 mai 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200507_consapevoli-diessere-popolodidio. html
18 ID., Nous avons tous un berger: Jésus, 4 mai 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200504_cristo-unicopastore.html
19 ID., Notre Dieu est proche et nous demande d’être proches les uns des autres, 18 mars 2020, sur http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa -francesco-cotidie_20200318_pergli-operatorisanitari.html